il sorpasso




Con un enfasi non eccessiva i giornali hanno trattato il tema, sollevato dalla visita di Zapatero in Italia, del "sorpasso" effettuato dalla Spagna ai nostri danni in termini di pil procapite.

Al di là della validità di strumenti datati come il pil e dei discutibili metodi di misurazione della ricchezza, la faccenda ha preso le vesti di una competizione automobilistica, dove il Fernando "Zapatero" Alonso metteva le ruote avanti al campione nostrano Giancarlo "Prodi" Fisichella. Un testa a testa avvincente, in cui a leggere sui principali quotidiani, non è escluso il colpo di scena, un nuovo sorpasso o quanto meno un giro veloce capace di mettere le cose a posto. Fino all'articolo di oggi sul Corriere che annuncia "è tutto un errore": la Spagna ne deve fare ancora di strada per raggiungerci.

In un paese civile la questione avrebbe sollevato un vespaio ben diverso.
Quindici anni fa il pil spagnolo era il 60% di quello nostrano che a sua volta era nella media europea. Oggi, euro più euro meno, siamo alla pari e la qualità della vita nella penisola iberica è decisamente superiore, così come ben altre sono le prospettive future.
Il declino del nostro paese avviene con una velocità elevatissima, un impoverimento che di solito annuncia il tracollo di un sistema sociale prima ancora che politico. Il divario rispetto a qualsiasi altro paese europeo cresce a vista di occhio ed entro pochi anni saremo di gran lunga il paese più povero dell'unione. I mentre nostri tassi di crescita (?) sono i più bassi di qualsiasi altro stato il futuro si annuncia ancora più nero.
Il rapporto PISA sullo stato della scuola in Italia testimonia come le nostre istituzioni formative siano ai livelli dei paesi del terzo mondo e che i nostri 15enni siano in larga parte analfabeti o ignorino il perchè dell'alternarsi del giorno alla notte.

Ce ne sarebbe per discutere sulle vie di uscita, sulle speranze di cambiare un futuro che si prospetta tetro, sulle riforme inevitabili e le cause di un disastro di tale entità.

E invece ci appassioniamo a una gara che esiste solo nelle menti interessate e complici dei nostri media.

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