Stalin, vita privata


Flavio un po' la conosceva la vita privata di Iosif Dzugasvili Vissarionovich e non era una bella vita. Il padre incerto, la fanciullezza in Mingrelia, l'adolescenza in seminario e la figlia ribelle. Fino al potere assoluto. Dubitava però che gli sarebbe stata molto utile la biografia del Kobe quella sera. Non vedeva come la Mingrelia avrebbe potuto interessare gli ospiti di quella festa, ma a guardare bene una cartina il non lontano Kazakistan un ruolo lo avrebbe avuto. E perché no la Mingrelia allora? Ma non fu così.
Vicino alla vita di Stalin c'erano anche i classici dell'erotismo. Un puttaniere bolscevico quindi, un po' come Flavio aveva sempre immaginato essere i bolscevichi di casa nostra. Falce e champagne, caviale e martello. La lotta di classe vista trinità de' monti.

Ma quello era solo il contenitore perché il contenuto era diverso.

Dentro c'erano i fantasmi del presente, sinuosi e bellissimi, che pensi di voler incontrare e affrontare ma che quando li hai davanti, a fianco, dietro, sopra e sotto capisci che non ce la puoi fare, che parlano una lingua a te sempre ostile e che se a Flavio togli la parola rimane solo la Mingrelia. E forse il Kazakistan. Buono a testare le atomiche. Meno buono a coltivare viti.Troppo poco comunque.
Eraldo invece aveva mal di vivere. Non abbastanza però. Non quanto i padroni di casa almeno. Ma se non sei inglese, il mal di vivere puoi solo scimmiottarlo e di sicuro non ti porterà mai ad un attico a piazza Navona. E a modo suo quell'artista che Eraldo è sempre stato il male lo avrebbe in parte lenito.
Se la lingua dei fantasmi del presente la mastichi male, quella del fantasma del passato la avevi dimenticata.
Non te lo aspetti, non è natale e Dickens non campeggia fra Joe D'Amato ed Engels, quando il fantasma del passato decide di venirti a trovare.

E' un po' come andare in bicicletta, anzi come affogare. Non si impara mai. Ma non ti dà scelta.
E alla fine il fantasma del passato può ricordarti che se i cerchi a volte si chiudono più spesso si inviluppano in eterne spirali, dove tutto sembra uguale e invece non lo è.
Mezz'ora di eterno ritorno, più che sufficiente per scoprire come anche i fantasmi invecchino. Nonostante l'apparenza e l'illusione di essere sempre gli innocenti assassini di un tempo.

E poi quello del futuro, Il più terribile e non pervenuto. Perché il futuro di Flavio non ha avuto pietà neanche dei fantasmi.



Commenti

Anonimo ha detto…
come la mia serata di ieri. che darei per tornare indietro e pensare che non era solo eterno ritorno.

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