Zerocalcare, Roma fa schifo e Ken Shiro


Zerocalcare è il più clamoroso caso editoriale italiano recente. A me personalmente fa sbellicare dalle risate e chiunque sia nato fra la fine degli anni 70 e  l'inizio degli 80 non può che riconoscersi nell'universo dipinto dai suoi fumetti.
Se poi sei nato a Roma e magari a Roma est, dove Zero dimora e ambienta le sue storie ti pare proprio che parli della tua adolescenza o di quella di tanti tuoi coetanei. Personalmente credo di essere fra i suoi più generosi finanziatori, avendo comprato e regalato molti dei suoi romanzi grafici.  
Detto questo zerocalcare è anche il Boccasile dei centri sociali. Per chi non lo sapesse Gino Bocasile era il bravissimo artista che disegnava i più celebri manifesti di propaganda fascista.  Quasi tutti le locandine e i flyer dei centri sociali romani sono di Zero, almeno quelli fatti bene.
Questo suo aspetto militante pur non essendo taciuto, non è centrale nei suoi fumetti che  quasi mai trattano argomenti politici. D'altronde  il suo pubblico è assai più vasto di quello dell'estrema sinistra e le sue strisce vengono pubblicate e immagino ben pagate dalla stampa borghese.
Tutto ciò fino ad oggi. Qua dovrei parlare della storia di Kobane ma  non lo farò. Ne penso tutto il male possible comunque.
Sabato prossimo è prevista la manifestazione dei csoa contro Salvini che terrà un comizio a Roma.  La città  è stata per l'occasione tappezzata dai manifesti realizzati dal nostro amato fumettista. La massiccia campagna di affissioni abusive e annesse scritte sui muri, anche delle appena inaugurate stazioni della metro C, è stata fortemente attaccata da un sito che negli ultimi anni è diventato più seguito de Il Messaggero: Roma fa schifo.
Il sito/blog nato ai tempi della giunta Alemanno per denunciare come l'amministrazione della destra fosse peggio delle cavallette, avendo assecondato le peggiori pulsioni delle lobby più impresentabili e stretto un alleanza di ferro con alcuni poteri criminali. Accuse che hanno poi trovato riscontro nella inchiesta mafia capitale che ha portato alla sbarra l'ex sindaco con la infamante accusa di associazione mafiosa.
Fondamentalmente il sito con toni spesso eccessivi denuncia la totale assenza di senso civico dei romani e l'inadeguatezza se  non la corruzione delle istituzioni capitoline forze dell'ordine comprese.  C'è una forte dose di populismo e di perbenismo in ogni post ma anche un sano citizen journalism che  in questo paese semplicemente non esiste.
 Le campagne che si rinnovano ogni giorno o quasi vertono su un set limitato di argomenti. Il rapporto psicotico dei romani con l'automobile; l'incredibile numero di cartelloni pubblicitari, bancarelle ambulanti che non ambulano e camion bar che stazionano letteralmente davanti a qualsiasi monumenti della città; la presenza indisturbata di borseggiatori, quasi sempre giovani rom, che infestano le stazioni della metro e il degrado inaccettabile in cui vivono spesso anche nel pieno centro storico, decine di senza tetto e immigrati, con la quasi quotidiana carrellata di foto di persone che urinano e defecano in mezzo alla strada.
l'altro tormentone di roma fa schifo è la battaglia contro i writers che dipingono, diciamo così, tutti I mezzi pubblici di Roma. Non esiste un solo vagone della linea B della metro che non sia totalmente graffitato, nè un mezzo dell'AMA che  non sia taggato. Molto ci sarebbe da dire su come ATAC e AMA proteggono il loro patrimonio, ma quello che preme ora sottolineare è come su questo tema sia iniziata la polemica di zerocalcare.
Per il noto fumettista quella di roma fa schifo è la classica sindrome di Mastro Lindo ovvero un igienismo maniacale che affligge i redattori del sito.
Chiunque abbia messo per un giorno piede in una qualsiasi città del mondo sa che a Roma questo disturbo compulsivo verso la pulizia  se esistente non è proprio diffuso. Personalmente  non ho mai visto una città sporca come Roma e per rimanere fra i patrii confini Napoli è molto ma molto più pulita.
Questo lungo preambolo per tornare all'ultima campagna, nei toni molto aggressiva di roma fa schifo, contro l' affissione di migliaia di manifesti antisalvini,  presa da zerocalcare con meno aplomb del solito. Romafaschifo è  uno dei mali della città al pari di mafia capitale e dei palazzinari.



Il video è realmente imbarazzante.  Lo è per il modo di parlare e lo è per quello che dice. Banalità e stupidaggini che  in bocca a  un 31enne fanno ridere e ricordano le caricature che Verdone faceva degli hippie 35 anni fa. Zerocalcare che è un'artista con tratti di autentica genialità parla come un coatto di borgata con la coscienza politica di un 14 viziato figlio di sessantottini esaltati.
Che per  uno che nella vita  non fa l'assessore o il politologo, ma  il fumettista ci può stare. Essere  immaturi credo sia fondamentale per disegnare le strisce che realizza lui. Se lo può permettere, ma  un po' meno se  lo possono permettere coloro che gli hanno tributato una solidarietà acritica e vagamente squadrista e che temo non siano tutti artisticamente parlando altrettanto talentuosi.

l'immaturità della mia generazione è tema largamente trattato anche sui media. Un immaturità che è sempre stata declinata in senso sociale ed economico. La generazione precaria che guadagna poco e che è rimasta a vivere a casa con i genitori oltre ogni senso del ridicolo. La generazione aggiungerei che anche politicamente non sembra essere riuscita a crescere dalle baruffe del liceo. E se per una parte assai minimale ciò ha significato l'approdo alla sinistra radicale, l’ unica in Europa politicamente irrilevante (e per una ancora più marginale l'approdo speculare nella destra terminale), in una sua componente assai più corposa ha trovato rappresentanza  in Grillo e la sua puerile rappresentazione della realtà sociale.

Tutti sono legati alla propria infanzia e alla propria adolescenza almeno dal punto di vista simbolico. Quello della nostalgia è un meccanismo noto e potente e che pochi usano in maniera intelligente come zerocalcare.  Solo che in zero e  temo in troppi 30/40 enni di oggi la nostalgia è diventata un sentimento autoconsolatorio e incapacitante che si crogiuola tra le accoglienti braccia della cultura popolare dei nostri 14 anni. Un reducismo abbastanza curioso se si pensa che si fonda non già su mitizzate quanto mai avvenute battaglie, ma su telefilm, film  e canzonette. Dove  i buoni sono buoni e i cattivi cattivissimi. E una canticchiabile sigla finale chiude la puntata.

Queste mie considerazioni spero però che rimangano divagazioni oziose, sociologia di accatto, perché il controcorteo della discordia dovrebbe partire da piazza Vittorio che è una bizzarra scelta se  non fosse che si trova a centro metri da casa pound. 
Qualcuno spieghi a zerocalcare e chi per lui che fra i tanti giochi che i bambini amano il più popolare è da sempre quello della guerra ma non vorrei che dopo la permanenza a Kobane si sia messo in testa  che  sia giunto il momento di smettere di disegnarlo Ken Shiro per impersonarlo. L'uscita dall'adolescenza potrebbe essere drammatica e sinceramente  non si sente  il bisogno di rivivere  in chiave edipica episodi del passato.

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