tag:blogger.com,1999:blog-37141236361133363632024-03-13T03:20:01.550+01:00penultimaparolaIl Dottor Divagohttp://www.blogger.com/profile/06747126620291453628noreply@blogger.comBlogger105125tag:blogger.com,1999:blog-3714123636113336363.post-69377943634079051412020-03-20T21:15:00.000+01:002020-03-20T21:15:21.191+01:00il sabotatore<img alt="Image result for buio a mezzogiorno" src="https://encrypted-tbn0.gstatic.com/images?q=tbn%3AANd9GcSf4Psrh4mqVU0i0DxAnXeAPDop1JLUV1Tli1OdvJMqWP1pPhBa" /><br />
<br />
<span style="background-color: white;"><span style="color: #222222; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: x-small;">C'è in buio a mezzogiorno un passaggio illuminante, dove il detenuto nelle prigioni staliniane viene interrogato dal suo inquisitore e, sapendo entrambi che si tratta di un processo farsa, finiscono a discutere del boicottaggio come capo di accusa utilizzato in quasi tutti i processi. Capo di accusa particolarmente odioso, perché rivolto verso operai e funzionari che si adoperano al massimo delle loro possibilità, per anche 16 ore al giorno sette giorni alla settimana, per realizzare il socialismo nelle fabbriche.</span></span><br />
<div style="background-color: white; color: #222222; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: small;">
Il detenuto, commissario del popolo, comunista della prima ora ed eroe della rivoluzione, non si fa illusioni, la macchina del terrore ha lui stesso contribuito a fondare e quindi la conosce in ogni suo ingranaggio, ed è pronto a confessare tutti i crimini mai commessi. Ma sul sabotaggio non transige. Passi l'alto tradimento, lo spionaggio, l'intelligenza con il nemico interno ed esterno e perfino ammettere l'accusa di aver complottato per uccidere il compagno numero uno, Stalin in persona. Ma il sabotaggio no. Perché per il regime è così importante spedire in siberia venti anni ogni operaio presentatosi in fabbrica con due minuti di ritardo? perché fucilare senza motivo un certo numero di manovali, direttori, mastri è cosi fondamentale per la sopravvivenza del regime?<div>
Perché occorre trovare un capro espiatorio per le terribili condizioni di vita del popolo, incolpare qualcuno per il visibile fallimento di ogni promessa fatta di un umanità liberata. Perché bisgona additare alla massa e alla macchina infernale della repressione un nemico chiaro, facilmente individuabile, contro cui fare fronte comune. Perché alla fine quello che le folle spersonalizzate cercano, più che il loro innalzamento, l'uguaglianza in terra fra tutti gli uomini senza più sfruttamento, è un colpevole verso cui dirigere le proprie frustrazioni.</div>
<div>
Occorre dare un volto al truciolo nell'ingranaggio perfetto del socialismo: Il sabotatore. Che con la sua deliberata azione annienta il lavoro di milioni di lavoratori e manda all'aria i piani del partito.</div>
<div>
il sabotatore è il responsabile di tutti i disastri, pubblici ma anche privati, e contro di lui si scaglia la macchina accusatoria che alimenta l'odio di classe nella società senza più classi. </div>
<div>
Alla fine l'imputato viene condannato a morte, come è inevitabile che sia, ma da un altro giudice. Il suo iniziale accusatore è stato a sua volta fucilato.</div>
</div>
Il Dottor Divagohttp://www.blogger.com/profile/06747126620291453628noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3714123636113336363.post-66327124596985089692020-02-28T11:15:00.000+01:002020-02-28T11:15:11.625+01:00Virus Attack!<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<img alt="Image result for virus attack conspiracy" height="320" src="https://euvsdisinfo.eu/uploads/2020/01/33333.png" width="640" /></div>
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
Virale è da tempo
un aggettivo che si utilizza per descrivere alcuni fenomeni che
avvengono sul web. Quando un virus tradizionale incontra i social il significato assume tutto un altro valore e quello che sapevamo sulle
epidemie diventa improvvisamente obsoleto.
</div>
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
La macchina della
paura trova finalmente un oggetto sul quale concentrare i propri
sforzi, imponendosi agli altri temi caldi, che vengono immediatamente
ridimensionati: il terrorismo soprattutto islamico, l’immigrazione,
il fascismo perennemente alle porte (questo è l’evergreen della
sinistra radicale, che però meriterebbe una trattamento a sé
stante).</div>
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
La politica che
alimenta ed è alimentata dalla macchina della paura, vede un'eccezionale occasione per
guadagnare visibilità, opportunità ancora più ghiotta per chi ha
costruito la propria fortuna elettorale sul cavalcare le angosce
razionali e irrazionali che albergano nella società.</div>
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
L’epidemia che
viene da lontano, la Cina alla fine è una versione cromaticamente
differente dell'Africa, si adatta perfettamente alla narrazione
solitamente utilizzata per contrastare il fenomeno
dell’immigrazione. Come analoghe sono le soluzioni al problema.</div>
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
Anzi, ad essere
precisi, i sovranisti da sempre trattano l’immigrazione come un
virus da debellare. I barconi sono niente più che focolai di
infezione e le persone a bordo veicoli di contagio.
</div>
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
Porti chiusi,
controlli inflessibili alle frontiere, cacciare chi viene da paesi a
rischio, ieri gli africani oggi i cinesi. La minaccia alla nostra
purezza, razziale, culturale o clinica non deve essere messa a
rischio. Per anni la fake news più stronza che ho visto rimbalzare decine di volta su facebook era relativa ai barconi pieni di malati di ebola pronti a
sbarcare sulle nostre coste.</div>
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
Un inatteso colpo di
scena però ha scombussolato il piano, quando il virus ha
inspiegabilmente colpito in modo assai maggiore rispetto agli altri
stati europei, il nostro paese.</div>
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
Da implacabili
avversari di ogni buonismo verso gli infetti a untori. </div>
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
In questo nuovo
scenario il populismo sovranista ha dimostrato una straordinaria
capacità di adattamento, che in definitiva è la chiave del suo
successo, culturale prima ancora che elettorale.
</div>
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
Lo schema narrativo
utilizzato è stato mutato dalla reazione soft che segue le stragi del terrorismo suprematista. Ovvero la
minimizzazione. Il caso isolato.</div>
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
Tutti i profili
sovranisti hanno nelle ultime ore, dopo settimane passate a paventare
scenari apocalittici e preteso misure draconiane verso la Cina, preso
a considerano il coronavirus poco più di un raffreddore.
Un’influenza di stagione appena più fastidiosa.<br />
<br /></div>
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
Nel mondo
comunicativo sovranista, appaiato all’immigrazione, l’altro
pilastro polemico, è storicamente l’unione europea, verso cui si è
immediatamente diretto il fuoco di fila prima dei social e poi dei
media tradizionali, oramai egemonizzati spesso inconsapevolmente dal
racconto populista.
</div>
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
L’Europa che ci ha
lasciati soli, quelli che dovrebbero essere i nostri amici osano
addirittura isolare l’Italia. E si badi bene che il coronavirus è
diffuso anche in Germania e Francia, anzi pure più che qua, ma loro
barano sui dati. Non fanno i tamponi, lasciano morire le persone
senza citare il temuto virus. Che anche l'Italia smetta di fornire numeri e si metta la sordina a chi parla ancora del virus!</div>
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
In definitiva siamo
di fronte al perenne complotto degli stati canaglia per sbranare la
nostra industria e discriminare il bel paese, odiatissimo dai
plutocrati d’oltrealpe. L’attacco alla nostra economia va
rintuzzato, il raffreddore non giustifica l’isolamento dei nostri compatrioti. </div>
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
Il triplo salto
carpiato logico avviene quasi senza colpo ferire, per Feltri non c’è
problema a titolare un giorno a nove colonne sulla strage in agguato
e il giorno dopo sull’esagerata minaccia e il desiderio di tornare al quotidiano tran tran.<br />
Meno scaltro invece il
presidente della regione Lombardia, che sprezzante del ridicolo si fa
ritrarre in mascherina annunciando la sua auto quarantena.</div>
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
Le immancabili
farneticazioni complottiste, finora rimaste confinate nella bolla dei
fuori di testa conclamati, cominciano a circolare anche ai livelli un
filo meno decerebrati. Il populismo sovranista nasce fra i teorici del complotto e da quella placenta non si è mai veramente distaccato, pescando alla bisogna le ipotesi utili per dare forza al proprio racconto, senza però appoggiarle espressamente.<br />
A seconda delle preferenze il coronavirus è frutto di un
complotto americano contro la via della seta che lega Cina e Italia, non possiamo neppure escludere il ruolo di Berlino e Parigi, nostri nemici giurati, oppure delle diaboliche multinazionali farmaceutiche volenterose di
lucrare miliardi sui vaccini già pronti ma tenuti nel cassetto di big pharma e che a breve saranno immessi
sul mercato.<br />
Gli antivax che sono l'universo più numeroso nella congrega dei fulminati, hanno gia capito che è tutta una
macchinazione per far digerire alla popolazione beduina la
vaccinazione forzosa dei pargoli.</div>
<br />Il Dottor Divagohttp://www.blogger.com/profile/06747126620291453628noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3714123636113336363.post-34132154002020006272020-02-10T20:58:00.001+01:002020-02-10T21:05:40.343+01:00il sindaco di Montona<div style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial; color: #222222; font-size: small; line-height: 15.13px; margin-bottom: 0cm;">
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><img alt="Image result for mario andretti racing" src="https://upload.wikimedia.org/wikipedia/en/thumb/9/9e/Andretti_Racing_Cover.png/220px-Andretti_Racing_Cover.png" style="color: black; font-size: medium;" /></span></div>
</div>
<div style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial; color: #222222; font-size: small; line-height: 15.13px; margin-bottom: 0cm;">
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
</div>
<div style="color: #222222; line-height: 15.13px; margin-bottom: 0cm;">
<div style="text-align: justify;">
<div style="color: black; margin: 0cm 0cm 0.0001pt;">
<span style="color: #222222; font-family: "arial" , sans-serif;">In pochi sanno che l’ultimo campione del mondo italiano di formula 1 sia Mario Andretti.<o:p></o:p></span></div>
<div style="color: black; margin: 0cm 0cm 0.0001pt;">
<br /></div>
<div style="color: black; margin: 0cm 0cm 0.0001pt;">
<span style="color: #222222; font-family: "arial" , sans-serif;">Sebbene la sua vita sembrerebbe una base eccellente per un romanzo, e uno si immagina che sia ospite d’onore in ogni manifestazione motoristica in questo paese, in realtà il suo nome è ignoto ai più.</span><span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><o:p></o:p></span></div>
<div style="color: black; margin: 0cm 0cm 0.0001pt;">
<span style="color: #222222; font-family: "arial" , sans-serif;">Anzi, solitamente quando si parla di formula uno, si cita come ultimo campione nazionale Alberto Ascari, che trionfò nel 1953 l'ultima volta.<o:p></o:p></span></div>
<div style="color: black; margin: 0cm 0cm 0.0001pt;">
<span style="color: #222222; font-family: "arial" , sans-serif;">Una rimozione bizzarra che dura da decenni. Ancora oggi, nonostante sia di casa nel <i>Circus</i> non lo si sente mai intervistato da un’emittente italiana che sia una. Nelle trasmissioni motoristiche, dove ogni pilota con due gare con la rossa è ospite fisso, Andretti che guidò anche Alfa Romeo e Ferrari, non si è mai visto.<o:p></o:p></span></div>
<div style="color: black; margin: 0cm 0cm 0.0001pt;">
<br /></div>
<div style="color: black; margin: 0cm 0cm 0.0001pt;">
<span style="color: #222222; font-family: "arial" , sans-serif;">Io il suo nome la prima volta lo sentii nel '91. Non ero un grande appassionato di giochi di corse sulla mia venerata Amiga 500, ma ero un lettore incallito di <i>the games machine</i>, una rivista che chi ha la mia età non può che ricordare con nostalgia. </span><span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><o:p></o:p></span></div>
<div style="color: black; margin: 0cm 0cm 0.0001pt;">
<span style="color: #222222; font-family: "arial" , sans-serif;">Fra le varie recensioni dell'imperdibile mensile, faceva capolino il faccione da 50 enne in tuta da corsa di sto signore dai capelli brizzolati. <o:p></o:p></span></div>
<div style="color: black; margin: 0cm 0cm 0.0001pt;">
<i><span style="color: #222222; font-family: "arial" , sans-serif;">Mario Andretti’s Racing Challenge</span></i><span style="color: #222222; font-family: "arial" , sans-serif;">. Credo di non averci mai giocato e probabilmente non fu un gioco indimenticabile, sicuramente non all'altezza dei var<i>i super off-road, lotus espit turbo challenge, stunt car-racer o turbo out-run</i>, che spopolavano quel periodo.</span><span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><o:p></o:p></span></div>
<div style="color: black; margin: 0cm 0cm 0.0001pt;">
<br /></div>
<div style="color: black; margin: 0cm 0cm 0.0001pt;">
<span style="color: #222222; font-family: "arial" , sans-serif;">Però mi colpì molto quel nome dal suono palesemente italiano che doveva essere così popolare negli usa da dedicargli un video gioco.<o:p></o:p></span></div>
<div style="color: black; margin: 0cm 0cm 0.0001pt;">
<span style="color: #222222; font-family: "arial" , sans-serif;">In tempi in cui internet era roba da informatici visionari o da generali appassionati di war games, reperire informazioni dettagliate era decisamente difficile.<o:p></o:p></span></div>
<div style="color: black; margin: 0cm 0cm 0.0001pt;">
<span style="color: #222222; font-family: "arial" , sans-serif;">Solo anni dopo venni a sapere di più di quella storia stranissima e ignorata. La storia degli Andretich, famiglia istriana di Montona, che dopo la grande guerra divenne Andretti e che dopo la seconda guerra mondiale fuggì dalla ferocia titina per finire in un campo profughi a Lucca.<o:p></o:p></span></div>
<div style="color: black; margin: 0cm 0cm 0.0001pt;">
<span style="color: #222222; font-family: "arial" , sans-serif;">Solo una delle tante famiglie della diaspora giuliana. I figli della vergogna, che malvolentieri vennero accolti in Toscana, ma anche nei sobborghi di Roma e soprattutto in Sardegna dove una città di fondazione fascista non completata, a due passi da Alghero, Fertilia, venne trasformata in un’improbabile enclave istriana.<o:p></o:p></span></div>
<div style="color: black; margin: 0cm 0cm 0.0001pt;">
<br /></div>
<div style="color: black; margin: 0cm 0cm 0.0001pt;">
<span style="color: #222222; font-family: "arial" , sans-serif;">Delle vicende lucchesi degli Andretti sappiamo poco, se non che attesero anni il visto per emigrare. Anni dove Mario appena tredicenne, mentendo sulla sua effettiva età, cominciò a partecipare a piccole competizioni motoristiche fra Toscana, Marche e Emilia-Romagna.<o:p></o:p></span></div>
<div style="color: black; margin: 0cm 0cm 0.0001pt;">
<br /></div>
<div style="color: black; margin: 0cm 0cm 0.0001pt;">
<span style="color: #222222; font-family: "arial" , sans-serif;">L’anno buono fu il 1955 e la destinazione portava il biblico nome di Nazareth in Pennsylvania, dove tuttora vive e dove vive la sua numerosissima famiglia. Uno dei nipoti risulta chiamarsi Lucca, chissà se in ricordo della città che accolse il nonno profugo, o come spesso accade, per un errore dell’anagrafe americana, che con i nomi italiani spesso non ci prende. <o:p></o:p></span></div>
<div style="color: black; margin: 0cm 0cm 0.0001pt;">
<br /></div>
<div style="color: black; margin: 0cm 0cm 0.0001pt;">
<span style="color: #222222; font-family: "arial" , sans-serif;">Non credo che ciò interessi più di tanto al patriarca Mario, vincitore di <i style="color: #222222;">any kind of race</i>, da Indianapolis a le Mans, ispiratore e buon amico di Paul Newman e sindaco del libero comune in esilio di Montona.</span><span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="color: black;">
<br /></div>
</div>
</div>
<div style="background: transparent; color: #222222; font-weight: 400; letter-spacing: normal; line-height: 15.13px; margin-bottom: 0cm; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; word-spacing: 0px;">
<div style="font-size: small; text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
</div>
<div style="-webkit-text-stroke-width: 0px; background: transparent; color: #222222; font-size: small; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; font-weight: 400; letter-spacing: normal; line-height: 15.13px; margin-bottom: 0cm; orphans: 2; text-align: start; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; widows: 2; word-spacing: 0px;">
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><img height="400" src="https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/9/9e/Fertiliaalgheroleonedivenezia.jpg/800px-Fertiliaalgheroleonedivenezia.jpg" style="color: black; font-size: medium;" width="307" /></span></div>
</div>
Il Dottor Divagohttp://www.blogger.com/profile/06747126620291453628noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3714123636113336363.post-52357963427742997092019-10-15T19:31:00.000+02:002019-10-15T19:36:34.042+02:00Istinti di base dopo tanti anni<br />
<img alt="Image result for basic instinct" src="https://i0.wp.com/images.liveuniversity.it/sites/2/2019/07/sharon-stone-basic-instinct.jpg?resize=990%2C556&ssl=1" /><br />
Era l’autunno del 1992 quando uscì con grande scandalo Basic Instinct. Avevo quattordici anni, anzi ad essere onesto ne avevo tredici e il limite di età per entrare in sala era quattordici, ma con sprezzo del pericolo e grave attentato alla legalità, che quell'anno andava molto di moda, andai lo stesso al cinema e la feci pure franca. Non si parlava di altro all'epoca: la scosciata senza slip della Stone contendeva lo scettro di notizia dell’anno all'avviso di garanzia a Craxi.<br />
A me però la celebre scena non colpì affatto, non si vedeva nulla. E, cosa ancor più grave, chi fosse l’assassino non mi si chiarì mai del tutto. Direi che data la mia ingenuità sessuale, capii molto poco del film in assoluto.<br />
Lo ho rivisto ieri con occhio sicuramente più smaliziato e con una certa soddisfazione devo dire che il mio senso estetico era già sufficientemente sviluppato a tredici anni. Il film è proprio brutto, confuso, lento. Le scene di sesso sono decisamente spinte e immagino all'epoca lo sembrassero ancora di più. Sharon Stone era bellissima e aveva all'epoca trentatré anni, non venti. Il film senza la sua sensualità non sarebbe proprio stato in piedi, mentre Michael Douglas può fare un solo ruolo: Quello.<br />
Due parole le merita il regista Paul Verhoeven, che è probabilmente il regista olandese più famoso di sempre e con Basic Instinct raggiunse incassi epocali. Non avrebbe mai più toccato quelle vette di successo. Probabilmente le cose migliori le ha fatte nel genere fantascientifico distopico. Il primo Robocop, atto di forza e soprattutto Starship Troopers, che sono film originali e intelligenti, nel loro genere delle pietre miliari. Peccato che l’ultimo dei tre, dove in maniera un po’ naif viene proposto un paragone fra l’estetica nazista e il salutismo californiano dei primi anni 2000, sia risultato decisamente indigesto al pubblico americano, che ne decretò il tonfo commerciale. L’aspetto curioso però è un altro, ovvero che il nostro regista, con buona sorpresa immagino del mio amico Luke, abbia conseguito un dottorato in fisica e matematica presso l’università di Leiden. Non proprio un percorso usuale per un regista.Il Dottor Divagohttp://www.blogger.com/profile/06747126620291453628noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3714123636113336363.post-37490168032914005502019-10-01T09:38:00.000+02:002019-10-01T09:38:07.105+02:00Once upon a time Tarantino<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://1.bp.blogspot.com/-QHNGcvdVMls/XZMBebt3UlI/AAAAAAAAPc4/jd30NE1zQB88wNBVks68pBakipOLOH_LACLcBGAsYHQ/s1600/tarantino.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="710" data-original-width="960" height="236" src="https://1.bp.blogspot.com/-QHNGcvdVMls/XZMBebt3UlI/AAAAAAAAPc4/jd30NE1zQB88wNBVks68pBakipOLOH_LACLcBGAsYHQ/s320/tarantino.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
La mia teoria, che prevede pochissime eccezioni, praticamente un paio, è che chi lavora nell'ambito creativo, ovvero scrittori, registi, musicisti, artisti in generale, è che se avrà qualcosa di interessante da dire, lo dirà nei primi anni della carriera, per poi continuarlo a ripetere fino a quando avrà stancato pure l'ultimo dei suoi seguaci.<br />
Motivo per cui difficilmente leggo più di un libro dello stesso autore.<br />
Tarantino è per me il più importante regista vivente. Mi devo sforzare un sacco per trovare qualcun altro che mi abbia influenzato così tanto, e mi vengono in mente solo i fratelli Coen. Ma non veramente così tanto quanto Quentin.<br />
Però neanche lui fa eccezione alla teoria di cui sopra. Tarantino ha detto tutto quello che aveva da dire con Kill Bill. E sono certo lui sia il primo a saperlo. Tutti i film girati dopo, con la parziale eccezione di Django, sono divertissment, giocattolini o giocattoloni, dove il nostro si è divertito a ripetere concetti già espressi in passato. Una via di mezzo fra ossessioni, citazioni e autocitazioni.<br />
il suo ultimo film ci dice tantissimo di ciò che Tarantino ama e che non ha mai fatto mistero di amare: il cinema di Hong Kong, gli spaghetti western, la musica anni sessanta, i piedi delle donne.<br />
Ci parla di personaggi di mezza età che perdono colpi e devono fare i conti con il declino. Ci ripete infine di cosa sia per lui il cinema, il doppio ipotetico della realtà, dove i sogni si concretizzano: Hitler viene ucciso in uno spettacolare attentato (proprio in un cinema) e Sharon Tate si salva dagli assassini di Charlie Manson.<br />
Insomma tutte cose già viste, dette e stradette.<br />
A questo giro la trama diventa quasi trasparente, prossima all'inesistenza. Neanche più un pretesto per griare scene (ma che scene!) slegate l'una dall'altra.<br />
Come in tutti i suoi film, perfino nei meno ambiziosi, ci sono almeno un paio di dialoghi clamorosi, che valgono da soli il costo del biglietto. Ci sono degli attori affermati, in questo caso tanti attori molto affermati, che fanno parti per le quali saranno ricordati, anche se hanno già vinto oscar e sbancato botteghini per anni. E altri attori iconici che accettano di fare un cammeo pur di essere in un film di Tarantino.<br />
Leggo che per alcuni critici che sanno il fatto loro, Tarantino è un bambino viziato che ci tormenta con le sue fissazioni da adolescente mal cresciuto. Definizione che Quentin sottoscriverebbe virgole comprese.Il Dottor Divagohttp://www.blogger.com/profile/06747126620291453628noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3714123636113336363.post-60319404129346807522015-02-25T20:12:00.001+01:002015-02-25T20:24:50.516+01:00Zerocalcare, Roma fa schifo e Ken Shiro<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://1.bp.blogspot.com/-nEpBrNyow3U/VOsq2fKAadI/AAAAAAABQ1Y/d5dxaPrMuAc/s1600/10861019_349715821897017_4835071606661890975_o.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://1.bp.blogspot.com/-nEpBrNyow3U/VOsq2fKAadI/AAAAAAABQ1Y/d5dxaPrMuAc/s1600/10861019_349715821897017_4835071606661890975_o.jpg" height="180" width="320" /></a></div>
<div class="MsoNormal" style="background-color: white; color: #222222; font-family: arial, sans-serif; font-size: 12.8000001907349px;">
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Zerocalcare è il più clamoroso caso editoriale italiano recente. A me personalmente fa sbellicare dalle risate e chiunque sia nato fra la fine degli anni 70 e l'inizio degli 80 non può che riconoscersi nell'universo dipinto dai suoi fumetti.</div>
<div class="MsoNormal" style="background-color: white; color: #222222; font-family: arial, sans-serif; font-size: 12.8000001907349px;">
Se poi sei nato a Roma e magari a Roma est, dove Zero dimora e ambienta le sue storie ti pare proprio che parli della tua adolescenza o di quella di tanti tuoi coetanei. Personalmente credo di essere fra i suoi più generosi finanziatori, avendo comprato e regalato molti dei suoi romanzi grafici. </div>
<div class="MsoNormal" style="background-color: white; color: #222222; font-family: arial, sans-serif; font-size: 12.8000001907349px;">
Detto questo zerocalcare è anche il <a href="http://zerocalcare%20e%20%20il%20piu%20clamoroso%20caso%20editoriale%20italiano%20recente.%20a%20me%20personalmente%20fa%20spesso%20sbellicare%20dalle%20risate%20e%20chiunque%20sia%20nato%20fra%20la%20fine%20degli%20anni%2070%20e%20%20l%20inizio%20degli%2080%20nno%20puo%20che%20riconoscersi%20nell%E2%80%99%20universo%20dipinto%20dai%20suoi%20fumetti.%20se%20poi%20sei%20nato%20a%20roma%20e%20magari%20a%20roma%20est%2C%20dove%20ambienta%20le%20sue%20storie%20ti%20pare%20proprio%20che%20parli%20della%20tua%20adolescenza%20o%20di%20quella%20di%20tanti%20tuoi%20coetanei.%20personalmente%20credo%20di%20essere%20fra%20%20i%20suoi%20piu%20generosi%20finanziatori%20avendo%20comprato%20e%20regalato%20qausi%20tutti%20i%20suoi%20romanzi%20grafici.%20%20che%20%20poi%20abbia%20un%20enorme%20successo%20anche%20fra%20gli%20adolescent%20di%20oggi%20per%20me%20e%20%20un%20mistero%2C%20come%20%20mai%20uno%20pischello%20nato%20nel%2095%20dovrebbe%20emozionarsi%20per%20racconti%20dove%20appaiono%20decine%20di%20riferimenti%20a%20cartoni%20animatic%20che%20%20non%20ha%20mai%20visto/?%20mi%20sfugge%20ma%20buon%20per%20zerocalcare.%20Detto%20questo%20zerocalcare%20e%20anche%20il%20boccasile%20dei%20centri%20sociali.%20Per%20chi%20non%20lo%20sapesse%20bocaasile%20era%20il%20bravissimo%20artista%20che%20disegnava%20%20I%20manifesti%20di%20propaganda%20fascista.%20%20Quasi%20tutti%20I%20manifesti%20e%20%20flyer%20dei%20centri%20sociali%20romani%20sono%20I%20suoi,%20almeno%20quelli%20fatti%20bene.%20Questo%20suo%20aspetto%20militante%20pur%20non%20essendo%20taciuto%20non%20e%20centrale%20nei%20suoi%20fumetti%20che%20%20quasi%20mai%20trattano%20argomenti%20politici.%20Daltronde%20%20il%20suo%20pubblico%20e%20assai%20piu%20vasto%20di%20quello%20dell-estrema%20sinistra%20e%20le%20sue%20strisce%20vengono%20pubblicate%20e%20immagino%20ben%20pagate%20dalla%20stampa%20Borghese.%20Tutto%20cio%20fino%20ad%20oggi.%20Dovrei%20parlare%20della%20storia%20di%20kobane%20ma%20%20non%20lo%20faro.%20Ne%20penso%20tutto%20il%20male%20possible%20comunque.%20%20sabato%20prossimo%20e%20prevista%20la%20manifestazione%20dei%20csoa%20contro%20salvini%20che%20terra%20%20un%20comizio%20a%20roma%20e%20la%20citta%20e%20tappezzata%20dai%20manifesti%20consalvinimai%20realizzati%20dal%20nostro%20amato%20fumettista.%20Il%20fatto%20nuovo%20e%20che%20la%20massiccia%20campagna%20si%20affissioni%20abusive%20e%20annesse%20scritte%20sui%20muri%20anche%20delle%20appena%20inaugurate%20stazioni%20della%20metro%20C%20e%20stata%20fortemente%20attaccata%20da%20un%20sito%20che%20sta%20avendo%20un%20seguito%20in%20questa%20citta%20clamoroso,%20roma%20fa%20schifo.%20Il%20sito/blog%20nasce%20ai%20tempi%20della%20giunta%20alemanno%20per%20denunciare%20come%20l-amminsiteazione%20della%20destra%20fosse%20peggio%20delle%20cavallette,%20avendo%20assecondato%20le%20pegiori%20pulsioni%20dellelobby%20piu%20impresentabili%20e%20stretto%20un%20alleanza%20di%20ferro%20con%20alcuni%20poteri%20criminali.%20Tutta%20roba%20che%20poi%20ha%20trovato%20notorieta%20e%20legittimazione%20con%20l-inchesta%20mafia%20capitale.%20%20Fondamentlamente%20il%20sito%20con%20toni%20spesso%20eccessivi%20denuncvia%20la%20totale%20assenza%20di%20senso%20civico%20dei%20romani,%20l-inadeguatezza%20scandalosa%20di%20tutti%20I%20poteri%20pubblici%20e%20la%20ramificata%20corruzione%20che%20alberga%20%20in%20ogni%20amministrazione.%20C-e%20una%20forte%20dose%20di%20populismo%20e%20di%20perbenismo%20ma%20anche%20un%20sano%20citizen%20journalism%20che%20%20in%20questo%20paese%20semplicemente%20non%20esiste.%20%20Le%20campagne%20che%20si%20rinnovano%20ogni%20giorno%20o%20quasi%20vertono%20su%20un%20set%20limitato%20di%20argomenti.%20Il%20rapport%20malato%20dei%20romani%20con%20l-%20automobile%20e%20come%20la%20citta%20sia%20ogni%20giorno%20resa%20invivibile%20da%20milioni%20di%20veicoli%20che%20parcheggiano%20ovunque%20e%20intasano%20ogni%20strada%20in%20barba%20a%20qualsiasi%20divieto%20o%20minimo%20rispetto%20del%20codice%20della%20stradao%20della%20decenza.%20Il%20secondo%20grande%20filone%20e%20quello%20che%20riguarda%20piu%20direttamente%20la%20politica%20ovvero%20l-incredibile%20numero%20di%20cartelloni%20pubblicitari,%20di%20bancarelle%20ambulanti%20che%20non%20ambulano%20affatto%20e%20camion%20bar%20che%20stazionano%20letteralmente%20davanti%20a%20qualsiasi%20monument%20della%20citta%20che%20chi%20chi%20vive%20a%20roma%20%20e%20segue%20un%20po%20la%20politica%20cittadina%20sa%20appartenere%20per%20%20il%2090%%20a%20una%20famiglia%20di%20origine%20abruzzese%20%20il%20cui%20rampollo%20e%20l-%20uomo%20forte%20di%20forza%20italia%20a%20roma%20ma%20capace%20di%20far%20valere%20gli%20interessi%20di%20famiglia%20con%20un%20certo%20successo%20anche%20fra%20%20I%20banchi%20del%20csx%20Le%20campagne%20piu%20cotestabili%20sono%20quelle%20che%20prendono%20di%20mira%20I%20borseggiatori%20quasi%20sempre%20giovani%20rom%20che%20infestano%20nella%20totale%20impunita%20le%20stazioni%20della%20metro%20e%20il%20degrade%20inaccetta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dei centri sociali. Per chi non lo sapesse Gino Bocasile era il bravissimo artista che disegnava i più celebri manifesti di propaganda fascista. Quasi tutti le locandine e i flyer dei centri sociali romani sono di Zero, almeno quelli fatti bene.<br />
Questo suo aspetto militante pur non essendo taciuto, non è centrale nei suoi fumetti che quasi mai trattano argomenti politici. D'altronde il suo pubblico è assai più vasto di quello dell'estrema sinistra e le sue strisce vengono pubblicate e immagino ben pagate dalla stampa borghese.</div>
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Tutto ciò fino ad oggi. Qua dovrei parlare della storia di<a href="http://www.zerocalcare.it/2015/01/16/kobane-calling/"> Kobane</a> ma non lo farò. Ne penso tutto il male possible comunque.</div>
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Sabato prossimo è prevista la manifestazione dei csoa contro Salvini che terrà un comizio a Roma. La città è stata per l'occasione tappezzata dai manifesti realizzati dal nostro amato fumettista. La massiccia campagna di affissioni abusive e annesse scritte sui muri, anche delle appena inaugurate stazioni della metro C, è stata fortemente attaccata da un sito che negli ultimi anni è diventato più seguito de Il Messaggero: <a href="http://www.romafaschifo.com/">Roma fa schifo.</a></div>
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Il sito/blog nato ai tempi della giunta Alemanno per denunciare come l'amministrazione della destra fosse peggio delle cavallette, avendo assecondato le peggiori pulsioni delle lobby più impresentabili e stretto un alleanza di ferro con alcuni poteri criminali. Accuse che hanno poi trovato riscontro nella inchiesta mafia capitale che ha portato alla sbarra l'ex sindaco con la infamante accusa di associazione mafiosa.</div>
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Fondamentalmente il sito con toni spesso eccessivi denuncia la totale assenza di senso civico dei romani e l'inadeguatezza se non la corruzione delle istituzioni capitoline forze dell'ordine comprese. C'è una forte dose di populismo e di perbenismo in ogni post ma anche un sano <i>citizen journalism </i>che in questo paese semplicemente non esiste.</div>
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Le campagne che si rinnovano ogni giorno o quasi vertono su un set limitato di argomenti. Il rapporto psicotico dei romani con l'automobile; l'incredibile numero di cartelloni pubblicitari, bancarelle ambulanti che non ambulano e camion bar che stazionano letteralmente davanti a qualsiasi monumenti della città; la presenza indisturbata di<span style="font-size: 12.8000001907349px;"> borseggiatori, quasi sempre giovani rom, che infestano le stazioni della metro e il degrado inaccettabile in cui vivono spesso anche nel pieno centro storico, decine di senza tetto e immigrati, con la quasi quotidiana carrellata di foto di persone che urinano e defecano in mezzo alla strada.</span></div>
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l'altro tormentone di roma fa schifo è la battaglia contro i writers che <i>dipingono</i>, diciamo così, tutti I mezzi pubblici di Roma. Non esiste un solo vagone della linea B della metro che non sia totalmente graffitato, nè un mezzo dell'AMA che non sia taggato. Molto ci sarebbe da dire su come ATAC e AMA proteggono il loro patrimonio, ma quello che preme ora sottolineare è come su questo tema sia iniziata la polemica di zerocalcare.</div>
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Per il noto fumettista quella di roma fa schifo è la classica <i>sindrome di Mastro Lindo</i> ovvero un igienismo maniacale che affligge i redattori del sito.</div>
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Chiunque abbia messo per un giorno piede in una qualsiasi città del mondo sa che a Roma questo disturbo compulsivo verso la pulizia se esistente non è proprio diffuso. Personalmente non ho mai visto una città sporca come Roma e per rimanere fra i patrii confini Napoli è molto ma molto più pulita.</div>
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Questo lungo preambolo per tornare all'<a href="http://www.romafaschifo.com/2015/02/roma-fa-schifo-e-come-carminati-e-mafia.html">ultima campagna</a>, nei toni molto aggressiva di roma fa schifo, contro l' affissione di migliaia di manifesti antisalvini, presa da zerocalcare con meno aplomb del solito. Romafaschifo è uno dei mali della città al pari di mafia capitale e dei palazzinari.</div>
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Il video è realmente imbarazzante. Lo è per il modo di parlare e lo è per quello che dice. Banalità e stupidaggini che in bocca a un 31enne fanno ridere e ricordano le caricature che Verdone faceva degli hippie 35 anni fa. Zerocalcare che è un'artista con tratti di autentica genialità parla come un coatto di borgata con la coscienza politica di un 14 viziato figlio di sessantottini esaltati.</div>
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Che per uno che nella vita non fa l'assessore o il politologo, ma il fumettista ci può stare. Essere immaturi credo sia fondamentale per disegnare le strisce che realizza lui. Se lo può permettere, ma un po' meno se lo possono permettere coloro che gli hanno tributato una solidarietà acritica e vagamente squadrista e che temo non siano tutti artisticamente parlando altrettanto talentuosi.</div>
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l'immaturità della mia generazione è tema largamente trattato anche sui media. Un immaturità che è sempre stata declinata in senso sociale ed economico. La generazione precaria che guadagna poco e che è rimasta a vivere a casa con i genitori oltre ogni senso del ridicolo. <span style="font-size: 12.8000001907349px;">La generazione aggiungerei che anche politicamente non sembra essere riuscita a crescere dalle baruffe del liceo. E se per una parte assai minimale ciò ha significato l'approdo alla sinistra radicale, </span><span style="font-size: 12.8000001907349px;">l’ unica in Europa politicamente irrilevante </span><span style="font-size: 12.8000001907349px;">(e per una ancora più marginale l'approdo speculare nella destra terminale), in una sua componente assai più corposa ha trovato rappresentanza in Grillo e la sua puerile rappresentazione della realtà sociale.</span></div>
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Tutti sono legati alla propria infanzia e alla propria adolescenza almeno dal punto di vista simbolico. Quello della nostalgia è un meccanismo noto e potente e che pochi usano in maniera intelligente come zerocalcare. Solo che in zero e temo in troppi 30/40 enni di oggi la nostalgia è diventata un sentimento autoconsolatorio e incapacitante che si crogiuola tra le accoglienti braccia della cultura popolare dei nostri 14 anni. Un reducismo abbastanza curioso se si pensa che si fonda non già su mitizzate quanto mai avvenute battaglie, ma su telefilm, film e canzonette. Dove i buoni sono buoni e i cattivi cattivissimi. E una canticchiabile sigla finale chiude la puntata.</div>
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Queste mie considerazioni spero però che rimangano divagazioni oziose, sociologia di accatto, perché il controcorteo della discordia dovrebbe partire da piazza Vittorio che è una bizzarra scelta se non fosse che si trova a centro metri da casa pound. </div>
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Qualcuno spieghi a zerocalcare e chi per lui che fra i tanti giochi che i bambini amano il più popolare è da sempre quello della guerra ma non vorrei che dopo la permanenza a Kobane si sia messo in testa che sia giunto il momento di smettere di disegnarlo Ken Shiro per impersonarlo. L'uscita dall'adolescenza potrebbe essere drammatica e sinceramente non si sente il bisogno di rivivere in chiave edipica episodi del passato.</div>
Il Dottor Divagohttp://www.blogger.com/profile/06747126620291453628noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3714123636113336363.post-32903795311879667292014-03-04T21:10:00.003+01:002014-03-04T21:10:38.195+01:00e mica abito qua io!Invece Flavio là ci aveva abitato a lungo e solo rileggendo su uno dei mille gruppi nostalgia su facebook i ricordi dei suoi vicini di quartiere e di età, si è accorto quanto la sua vita sia stata diversa da molti degli altri bambini con cui giocava alla pista.<br />
Anche all'epoca <i>l'altra verderocca</i> incuteva timore. E che non fosse come <i>la sua </i>di verderocca, lo aveva capito subito. Non tanto per lo stradone che le separava, quanto per le palazzine occupate e poi requisite dal comune e infine assegnate a chi ne aveva diritto.<br />
Quando i ragazzini dell<i>'altra verderocca</i> attraversavano lo via erano spesso rogne. Finiva male e a Flavio non piaceva cosi tanto la violenza. Si azzuffava spesso con i suoi amichetti, le dava e le prendeva, ma il modo in cui <i>ci si menava</i> dall'altro lato della strada gli faceva paura. Non erano zuffe fra bambini.<br />
Con la fine delle scuole dell'obbligo, a verderocca come altrove, le strade si separavano. Fra chi andava alle superiori e usciva dal quartiere e chi iniziava a percorrere vie fatte di bocciature, espulsioni e abbandoni scolastici precoci. Visi, nomi e soprannomi destinati a scomparire anche dalla memoria.<br />
Perchè Flavio non si ricordava piu che Fabio e Mario se li era portati via l'eroina. Che di Gigi e Luciano bisognava evitare di parlare perchè e un giro fra <i>Regina e Sanpa</i> lo avevano fatto in tanti.<br />
A 14 anni un motorino lo sognano tutti e lo sognava pure Maria che infatti lo ricevette in dono dall'amato fratello. Rubato come quasi tutti quelli che scarrozzavano sul forte tiburtino, quando non solo non serviva la patente per i cinquantini ma anche la targa era optional come il casco che nessuno indossava. E se a sparire era il tuo di motorino o di bici o di auto, prima di andare a denunciare il furto un giro sotto i box era meglio farselo. Un giro spesso proficuo.<br />
Flavio invece ricordava bene quando entrarono dal cancello quelli di <i>casal bruciato</i> con le mazze i coltelli e le pistole. Da verderocca le vie di fuga non mancavano, ma per entrare dovevi per forza passare per il cancellone e ogni volta in cui una macchina blu lo varcava e accadeva ogni giorno per cercare tizio o caio la risposta era sempre quella: e mica abito qua io.<br />
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<span style="background-color: white; color: #333333; font-family: 'lucida grande', tahoma, verdana, arial, sans-serif; font-size: 12.800000190734863px; line-height: 14.35200023651123px;">"Quando veniva l'omino a consegna'i gelati dell'Algida al bar de Claudio,ritornava e trovava er camion voto!!!"</span><br />
<span style="background-color: white; color: #333333; font-family: 'lucida grande', tahoma, verdana, arial, sans-serif; font-size: 12.800000190734863px; line-height: 14.35200023651123px;"><br /></span>
<span style="background-color: white; color: #333333; font-family: 'lucida grande', tahoma, verdana, arial, sans-serif; font-size: 12.800000190734863px; line-height: 14.35200023651123px;">"o se prendevi di nascosto il pandino della mamma ... per poi prendere la colonna del garage e je scrivi sul finestrino stronzo per nn dirjelo ahahahha" </span><br />
<span style="color: #333333; font-family: lucida grande, tahoma, verdana, arial, sans-serif;"><span style="font-size: 12.727272033691406px; line-height: 14.35200023651123px;"><br /></span></span><span style="background-color: white; color: #333333; font-family: 'lucida grande', tahoma, verdana, arial, sans-serif; font-size: 12.800000190734863px; line-height: 14.35200023651123px;"></span>
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<span style="background-color: white; color: #333333; font-family: 'lucida grande', tahoma, verdana, arial, sans-serif; font-size: 12.800000190734863px; line-height: 14.35200023651123px;"><a href="http://3.bp.blogspot.com/-zR4T3AroWwY/UxYxC8kLF2I/AAAAAAAACWs/xgVOJ0lYD2M/s1600/verderocca.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://3.bp.blogspot.com/-zR4T3AroWwY/UxYxC8kLF2I/AAAAAAAACWs/xgVOJ0lYD2M/s1600/verderocca.jpg" height="187" width="320" /></a></span></div>
Il Dottor Divagohttp://www.blogger.com/profile/06747126620291453628noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3714123636113336363.post-16984111228165181912011-08-29T17:14:00.002+02:002011-08-29T21:35:19.489+02:00dylan dog numero trecento: l'ultimo.<div><a href="http://2.bp.blogspot.com/-A5lPR6JW3m0/Tlupms3aAfI/AAAAAAAABcc/0_G0QegRtkc/s1600/dyl_300.jpg"><img alt="" border="0" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5646293040182723058" src="http://2.bp.blogspot.com/-A5lPR6JW3m0/Tlupms3aAfI/AAAAAAAABcc/0_G0QegRtkc/s400/dyl_300.jpg" style="cursor: hand; display: block; height: 400px; margin: 0px auto 10px; text-align: center; width: 304px;" /></a><br />
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<div>Il primo numero di Dylan Dog che ho letto era il <a href="http://www.sergiobonellieditore.it/auto/alborist?collana=18&numero=26&subnum=0">26</a>. Si intitolava dopo mezzanotte, io avevo nove anni, De Mita era presidente del consiglio e la quarta elementare vedeva terminare il primo quadrimestre.</div>A me quel numero non piacque molto ma diedi fiducia alla testata e acquistai l'albo successivo. <a href="http://www.sergiobonellieditore.it/auto/alborist?collana=18&numero=27&subnum=0">Ti ho visto morire</a>. Il colpo di fulmine non scattò e tornai al più classico topolino. Solo due anni dopo le cose sarebbero cambiate. Settimo governo Andreotti, Italia 90 alle porte e Gigi Radice in panca. La prima media si concludeva trionfalmente con una sfilza di A. Adesso che siamo tutti più americani è ovvio fosse il voto massimo, ma all'epoca cazzo signgificasse un' "A" in pagella non lo sapeva nessuno. <br />
Dylan era il caso editoriale del decennio, capace di oscurare la perenne stella di Tex Willer e diventare una rara icona generazionale. Forse l'unica che ho condiviso con la mia di generazione. <br />
Dall'epoca sono passati venti e passa anni. Il personaggio ha vissuto un lento declino, il suo <a href="http://nonciclopedia.wikia.com/wiki/Tiziano_Sclavi">creatore storico</a> ritiratosi quasi a vita privata. Per un periodo abbastanza lungo era oggettivamente illeggibile. Oggi piazza qualche numero buono seguito da altri modesti, ma tutto sommato la sufficienza la strappa sempre. Una sola storia mi ha davvero emozionato recentemente, <a href="http://www.sergiobonellieditore.it/auto/alborist?collana=18&numero=280&subnum=0">mater morbi</a>, procuratevela.<br />
Una persona sana le passioni adolescenziali le lascia appassire come l'adolescenza appunto. Quasi tutti i miei amici hanno smesso di acquistarlo intorno ai venti anni e avrei dovuto fare altrettanto. Invece all'alba dei trentatrè sono ancora qua con l'albo a colori che festeggia un annversario, il venticinquesimo, poco meno anziano del sottoscritto.<br />
Può bastare così.<br />
Pur essendo un discreto amante delle novità e odiando gli abitudinari sono stato troppo a lungo un abitudinario io per primo. Smetto. <br />
Smetto perchè la pizza del bersagliere non è male, quella di mangianapoli meglio, però come la faceva la fregata non la fa più nessuno. Perchè la birra del patron vale quella del camerata, perchè Mordor è sempre mordor ma vivere sull'appia facilita la vita.<br />
Smetto perchè i jeans del 2003 sono ancora buoni ma sono sei anni che non mi entrano più e non mi entreranno neanche l'anno prossimo. Perchè il Dr. House è diventato inguardabile e i Simpson lo sono da una vita.<br />
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<div>Mi mancherà la giacca sopra la camicia rossa. Mi mancheranno le clark, le fidanzate occasionali e le battute di Groucho. Non sono le mancanze più gravi, ma dopo venticinque anni si può voltare pagina, fosse solo anche quella di un fumetto.</div><div></div><div></div><div></div></div>Il Dottor Divagohttp://www.blogger.com/profile/06747126620291453628noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3714123636113336363.post-41365407693442541522011-05-25T10:26:00.031+02:002011-05-31T16:24:48.736+02:00non ha paura? invece dovrebbe..<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="http://3.bp.blogspot.com/-gfSWE8DKPgs/TeSuLOpoH2I/AAAAAAAABXQ/51ym-yK6eBg/s1600/TeomondoScrofalo.jpg"><img style="display:block; margin:0px auto 10px; text-align:center;cursor:pointer; cursor:hand;width: 333px; height: 400px;" src="http://3.bp.blogspot.com/-gfSWE8DKPgs/TeSuLOpoH2I/AAAAAAAABXQ/51ym-yK6eBg/s400/TeomondoScrofalo.jpg" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5612802543544967010" border="0" /></a><br />Ho sempre letto libri a cazzo. Alla veneranda età di 33 anni mi mancano quasi tutti i classici, quelli che quando parli con la gente seria fai finta di aver letto e invece non è vero. E anche quelli che ogni troglodita con la quinta elementare apparecchia affianco all'ombrellone ai cancelli di Ostia.<br />Allora qualche tempo fa ho deciso di smetterla di fare l'alternativo e mettermi alla pari. O addormentarmi nel tentativo.<br />I classici di solito mi annoiano. Non tutti, non sempre, ma in linea di massima si. Però non è di guerra e pace che voglio parlare. Non ho capito perché lo traducono dal russo se poi mezzo libro è in francese e nell'edizione che ho io non c'è traduzione. Se sapevo il francese magari compravo l'edizione francese. Saltare intere pagine fa passare la voglia di andare avanti, specie se già il malloppo di 1200 pagine è attraente quanto le pubenda di nonna papera.<br />Ma come dicevo non è dei classici che voglio parlare e temo si sia capito che alla fine guerra e pace lo ho accannato.<br />Veniamo ai libri italiani che vendono un milione di copie.<br />Faccio outing. Ho letto negli ultimi mesi: fuori da un evidente destino di Faletti, tre metri sopra il cielo di Moccia (!!!), io non ho paura di Ammaniti e la solitudine dei numeri primi di Giordano.<br />Dopo tale scorpacciata ho scritto una mail a Sandro Bondi pregandolo di ripensarci, di tornare ministro, perchè la cultura in Italia non può trovare esponente più adatto per essere rappresentata.<br />Diciamocelo, uno da Moccia non è che si aspetti chissà quale profondità di pensiero e se sei sopravvissuto al diario di Laura Palmer non saranno i pariolini di vigna stelluti a farti tremare. Così finito il libro sono andato a piazza euclide e ho tirato una catenata in testa al primo sedicenne con microcar capitato a tiro. Mi ha guardato negli occhi e abbassato lo sguardo, in fondo lo sapeva che era per il suo bene.<br /><br />Faletti è invece la variante povera di Stephen King.Talmente povera che speri gli stenti lo conducano rapidamente nell'al di là giusto per gustarti l'elogio funebre. Segnarti il nome dell'oratore e poi aiutarlo a raggiungere il commissario Vito Catozzo dove le puntate di drive in non finiscono mai e le tette di Carmen Russo sempre sode.<br />Non ha un cazzo da dire ma lo dice malissimo. Tanta azione, frasi corte e personaggi semplici semplici. Leggere Faletti però ha un grande pregio. Ti fa sentire intelligente. Sai sempre quello che sta per scrivere. L'assassino è il maggiordomo o al massimo Pisapia.<br /><br />Di Ammaniti e Giordano bisogna parlarne. Se questi sono gli autori bravi, che vincono i premi prestigiosi e si atteggiano a intellettuali a la page meritiamo che l'italia dichiari guerra agli USA e La Russa sia il comandante in capo.<br />Libri brutti si sono sempre scritti e la gente li ha sempre graditi. Vedere Moccia e Faletti prego. Qua siamo però in un campo diverso e forse inesplorato, quello dei libri destinati a essere ignorati, scritti da degli sfigati, che parlano di altri sfigati e che invece di rimanere per sempre nell'hard disk sfigato, invadono le librerie e spaccano il mercato.<br />In comune oltre la noia hanno l'essere entrambi romanzi di formazione. L'età dei protagonisti cambia, il contesto pure ma la speranza che i protagonisti a un certo punto vengano abbattuti da una sventagliata di mitra rimane identica e purtroppo frustrata.<br />Dostoevskji scontò un periodo di detenzione in Siberia. Sembra che prima fosse uno scrittore modesto. Io non ce l'ho con Giordano, Ammaniti e neanche con Faletti. Forse un pò con Moccia, ma solo perchè un tempo a ponte Milvio si era soliti radunare il comitato di benvenuto al pullman della squadra ospite della Roma. Adesso anche per colpa sua niente più party con i bergamaschi, ma aperitivi alla milanese.<br />Dicevo di Dostoevskji, dati gli ottimi rapporti con la Russia di Putin non è che si potrebbe organizzare un corso di scrittura creativa alle isole Solovki? Sentire Baricco se interessato.Il Dottor Divagohttp://www.blogger.com/profile/06747126620291453628noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3714123636113336363.post-50831081210339843642011-03-23T18:52:00.001+01:002011-03-23T18:52:37.802+01:00svariate varie<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="http://1.bp.blogspot.com/-8eGd0s8qqOU/TYorSLYEPeI/AAAAAAAABV0/3DRQtNQczCI/s1600/garibaldi_design.png"><img style="display:block; margin:0px auto 10px; text-align:center;cursor:pointer; cursor:hand;width: 378px; height: 378px;" src="http://1.bp.blogspot.com/-8eGd0s8qqOU/TYorSLYEPeI/AAAAAAAABV0/3DRQtNQczCI/s400/garibaldi_design.png" border="0" alt=""id="BLOGGER_PHOTO_ID_5587325878997892578" /></a><br /><br /><br />in questo periodo aggiornare il blog mi risulta particolarmente difficile eppure le cose che vorrei scrivere sono diverse.<br /><br />Il 17 marzo roma e credo tutto il paese, si è scoperto colorato di tricolori ad ogni balcone. O quasi. Non avevo visto una scena del genere neanche per i mondiali vinti del 2006. Con tardiva ironia se ne sarebbe rallegrato pure Giorgio Gaber. <br />Non voglio dare troppo peso alla cosa ma la mia opinione è che nel momento piu triste della patria storia post bellica, si stia riscoprendo un senso di appartenenza sopito. Minimalista, discreto, che si limita ad atti simbolici ma che mi ha fatto piacere. Io ad esempio ho continuato i festeggiamenti mescolando i brindisi di San Patrizio a quelli per Cavour, Mazzini, Garibaldi. <br />Di pochi giorni prima la vittoria al sei nazioni contro la Francia. In uno stadio costruito con i tubi innocenti, davanti a un pubblico che in buona parte continua a ignorare le regole del gioco e contro una delle squadre più forti del mondo, c'è stata la reazione d'orgoglio dei nostri. Non male come metafora e auspicio.<br /><br /><object width="480" height="390"><param name="movie" value="http://www.youtube.com/v/5aWYkwV-pn0?fs=1&hl=en_US&rel=0"></param><param name="allowFullScreen" value="true"></param><param name="allowscriptaccess" value="always"></param><embed src="http://www.youtube.com/v/5aWYkwV-pn0?fs=1&hl=en_US&rel=0" type="application/x-shockwave-flash" allowscriptaccess="always" allowfullscreen="true" width="480" height="390"></embed></object><br /><br />Esplode la centrale di Fukushima e tutti si scoprono fisici nucelari. Io non sono da meno. Da antinuclearista scettico, penso che uscire dal club dell'atomo nell'86 sia stata una cazzata, ma rientrarvi oggi sarebbe pure peggio.<br />Troppo caro, troppo complicato, per nulla risolutivo. Il nucleare non ha mantenuto le promesse e non è il futuro. Almeno per i prossimi trentanni il discorso è chiuso e chi sostiene il contrario o è in malafede o è chicco testa.<br />Eppure dopo aver letto i deliri degli antinuclearisti senza se e senza ma, mi viene voglia di rivalutare Montgomery Burns e la sua efficiente centrale di quarta generazione. <br />Ad ogni modo il giappone e il nucleare non vanno d'accordo. Se ne facciano una ragione.<br /><br />Venendo all'argomento della settimama e temo dei prossimi mesi, la libia, vi tocca aspettare il prossimo post. Ci sono tante cose da dire e spero di trovare il tempo per dirne almeno qualcuna.Il Dottor Divagohttp://www.blogger.com/profile/06747126620291453628noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-3714123636113336363.post-8410489528614083662011-01-11T14:59:00.029+01:002011-01-17T15:57:46.606+01:00...e mo so cazzi<div><br /><br /><div><a href="http://3.bp.blogspot.com/_PPMH5sKW2Fw/TTAhlEjMAWI/AAAAAAAABVE/NpTtX0RU95c/s1600/libano.jpg"><img id="BLOGGER_PHOTO_ID_5561982460562768226" style="DISPLAY: block; MARGIN: 0px auto 10px; WIDTH: 300px; HEIGHT: 300px; TEXT-ALIGN: center" alt="" src="http://3.bp.blogspot.com/_PPMH5sKW2Fw/TTAhlEjMAWI/AAAAAAAABVE/NpTtX0RU95c/s400/libano.jpg" border="0" /></a>Dopo aver terminato di vedere la seconda serie di <a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Romanzo_criminale_-_La_serie">romanzo criminale </a>mi sono rivisto anche la prima. Per par <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_0">condicio</span>.<br /><br /><div>E qualche giudizio mi sento di spararlo: la prima è superiore ma la seconda regge.<br /></div><br /><br /><div>Rivedendo i vari episodi si notano alcune ingenuità, qualche scelta <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_1">approssimativa</span> e forse anche un paio di buchi narrativi, soprattutto nel finale della seconda serie dove le ultime puntate sono un <span class="blsp-spelling-corrected" id="SPELLING_ERROR_2">po'</span> tirate via. Ma il risultato resta <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_3">sorprendente</span>. In Italia non si è mai vista una roba così. Scritta bene, girata meglio, recitata da attori veri. </div><br /><br /><br /><div>Si potrebbe dire che per raggiungere tale risultato è bastato ripescare nel cinema di genere degli anni 70, <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_4">attualizzare</span> il <a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Poliziottesco"><span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_5">poliziottesco</span></a> e sfruttare l'indubbio interesse che le vicende legate alla banda della <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_6">magliana</span> hanno finito con l'avere grazie a numerosi libri, non da ultimo quello da cui è tratta l'omonima serie, presso un pubblico assai vasto.</div><br /><br /><div>E <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_7">RC</span> in effetti sfrutta l'effetto scia, pesca nella tradizione <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_8">cinematografica</span> <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_9">stupidamente</span> sepolta dei vari Roma violenta, Milano calibro 9, ma effettua un'operazione assai più sofisticata dal punto di vista televisivo. Un'operazione che <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_10">probabilmente</span> non sarebbe stata pensabile se qualche anno prima non fosse andata in onda una serie antitetica nello stile e nello spirito: <a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Boris_%28serie_televisiva%29"><span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_11">Boris</span></a>.</div><br /><img id="BLOGGER_PHOTO_ID_5561983882258653154" style="DISPLAY: block; MARGIN: 0px auto 10px; WIDTH: 320px; HEIGHT: 240px; TEXT-ALIGN: center" alt="" src="http://3.bp.blogspot.com/_PPMH5sKW2Fw/TTAi30x5n-I/AAAAAAAABVU/5U7KXRpYD18/s400/ferretti.jpg" border="0" /><br /><br /><div>Per molti <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_12">RC</span> versi fa a <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_13">Boris</span> quello che Marx aveva fatto con <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_14">Hegel</span>. Partendo dalle stesse basi lo ribalta e ne diventa l'antitesi.<br /></div><br /><br /><div><span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_15">Boris</span> ci mostra come la televisione in Italia sia un prodotto di livello infimo, realizzata da incapaci, cialtroni, <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_16">raccomandati</span> e destinata a un pubblico di <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_17">lobotomizzati</span>. Una televisione diversa è <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_18">teoricamente</span> praticabile (<span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_19">Boris</span> ne è l'esempio) ma solo come prodotto di nicchia, in grado di imporsi a un pubblico che solitamente la televisione non la guarda proprio. </div>Al pubblico di <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_20">Boris</span> la TV sta sul cazzo. Gli autori lo sanno e proprio a quell'audience intimamente snob si rivolgono.<br /><br /><br /><div>A dover trovare un precedente guarderei ad alcuni <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_21">format</span> <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_22">mediaset</span> anni 90 rapidamente accantonati come Ciro, oppure le prime edizioni delle iene o a <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_23">Chiambretti</span> d'<span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_24">antan</span>, <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_25">senzaltro</span> <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_26">blob</span> e la <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_27">tv</span> delle ragazze.</div>Il senso di fondo della serie viene <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_28">disvelato</span> chiaramente dal <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_29">megaproduttore</span> di rete, il dottor Cane: la <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_30">tv</span> è come il <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_31">colosseo</span>, vecchio, <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_32">zozzo</span> e pieno di buchi ma la gente lo guarda lo stesso.<br /><br /><br /><div><span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_33">Boris</span> non aspira a cambiare questo panorama ma più <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_34">modestamente</span> se ne fa beffe. Mostrando però come esistano degli autori, degli <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_35">sceneggiatori</span>, dei <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_36">dialoghisti,</span> bravi e capaci di buttare giù dei testi con i <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_37">controcazzi</span>. Che esistessero anche degli attori decenti lo <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_38">sospettavamo</span> già, ma fra i meriti della serie c'è anche la scelta del cast in larga parte individuato fra le icone del pubblico <em>tele snob</em> come <a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Paolo_Calabresi">Calabresi </a>e la <a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Caterina_Guzzanti"><span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_39">Guzzanti</span> <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_40">junior</span></a>. </div><br /><br /><div></div>Romanzo Criminale parte dove <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_41">Boris</span> abdica. Per certi versi romanzo criminale è "<span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_42">medical</span> <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_43">dimension</span>", la serie <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_44">protagonista</span> della <a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Episodi_di_Boris_%28terza_stagione%29">terza stagione di <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_45">Boris,</span> </a>che dovrebbe imporsi come l'erede "di qualità" degli occhi del cuore.<br /><br /><div>L'ultima serie è forse quella meno riuscita dal punto di vista televisivo. I personaggi, le battute, le storie sanno di già visto, ma è anche la più didascalica delle tre. I rimandi fra fiction-fiction e fiction-realtà sono continui. La <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_46">metatelevisione</span> è il <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_47">protagonista</span> assoluto della narrazione.</div><br /><br /><div>Una sorta di <a href="http://it.wikipedia.org/wiki/La_storia_infinita_%28romanzo%29">storia infinita </a>dove il mondo di <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_48">Atreju</span> e quello di <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_49">Bastian</span> dialogano di pagina in pagina, di episodio in episodio. Gli occhi del cuore-<span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_50">Bastian</span> è la vecchia <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_51">tv</span>, quella girata a cazzo di cane e da attori cani pure in foto. <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_52">Boris</span>-<span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_53">Atreju</span> è la <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_54">tv</span> di qualità, scritta da autori innovativi, con tecnici competenti e attori scelti con criterio. Una serie però che esiste però solo come parassita del mondo di <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_56">Bastian</span>-occhi del cuore. Un inversione <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_57">pirandelliana</span> di realtà e finzione che si complica <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_58">ulteriormente</span> quando occhi del cuore lascia il posto a <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_59">medical</span> <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_60">dimension</span>. </div><br />Qua gli autori escono dalla metafora e affrontano di petto la questione della qualità in televisione: Dato che le prime due serie di <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_61">Boris</span>-<span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_62">Atreju</span> hanno avuto successo, <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_63">perchè</span> allora non proiettare nel mondo di <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_64">Bastian</span> le conseguenze di tale risultato? <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_65">Medical</span> <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_66">dimension</span> è la <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_67">tv</span> che apprende la lezione di <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_68">Boris</span>, dove i mille compromessi del passato non trovano più posto. Ma nel contesto del disastro <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_69">social</span> culturale della RAI come sineddoche dell'Italia, non vedrà mai la luce <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_70">perchè</span> il nulla ha la meglio, <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_71">costringendo</span> <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_72">Atreju</span> a <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_73">ripegare</span> ancora una volta su su <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_74">Bastian</span> in un'ennesima serie degli occhi del cuore ancora più <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_75">raccogliticcia</span> delle precedenti.<br /></div><br /><div>Per gli autori di <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_76">Boris</span> la qualità può essere uno scherzo, una parodia ma non può diventare la normalità. Almeno nel qui e ora dell'Italia di oggi. Un paese che gli autori disprezzano e nel quale non nutrono alcuna speranza.<br /><br /><br /><div>Peccato che <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_77">RC</span> invece non solo arriva ad essere prodotto ma diventa un clamoroso successo. Con buona pace del disfattismo di <em><span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_78">sceneggiatura</span> democratica</em>.<br /><br /></div>Gli autori di <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_79">Boris</span> si <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_80">accontentano</span> di far ridere una fetta assai ristretta del pubblico potenziale, quello che sentono loro più prossimo. <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_81">Perchè</span> al di fuori della nicchia c'è solo il nulla della D'<span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_82">Eusanio</span> e ogni tentativo di cambiamento è velleitario.<br /><br /><span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_83">RC</span> è invece un prodotto destinato a grandi numeri. La qualità che in <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_84">Boris</span> è un vocabolo <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_85">strausato</span> per <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_86">signficare</span> proprio la sua totale assenza nelle produzioni televisive, qua diventa l'elemento distintivo di un operazione che è commerciale nel senso neutro del termine.<br /><br /><br /><div>Non giro un ottimo prodotto per segnare la mia diversità dal resto del panorama televisivo che non mi apprezza e non mi dà modo di emergere, ma giro un buon prodotto per conquistare quel pubblico a cui attribuisco maturità ed <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_87">intelligenza</span>.<br /></div><br /><br /><div><span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_88">RC</span> diventa l'indice puntato verso le altre produzioni che <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_89">preferiscono</span> trincerarsi dietro i limiti congeniti della serialità italiana. Alla fine è sempre colpa di <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_90">Berlusconi</span>, o del sistema che è malato e siamo tutti assolti.</div><br /><br /><div>Il riferimento è chiaramente alle impensabili libertà che <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_91">RC</span> si concede in termini di linguaggio e di immagini. Le scene di sesso sono credibili come mai visto prima, senza <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_93">ammiccamenti</span> o <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_94">pruderie</span>. I dialoghi pieni di parolacce senza suonare volgari. E il discorso potrebbe estendersi al <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_95">sottotesto</span> politico che scorre <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_96">parallelamente</span> alla serie, che non rifugge l'ecumenismo.</div><br /><br /><div><span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_97">RC</span> si inserisce nella crepa aperta da <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_98">Boris</span> e la allarga fino a far crollare il muro. C'è solo da augurarsi che non rimanga un episodio isolato, e che finalmente anche su RAI e <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_99">Mediaset</span> si possano vedere serie che procurino sentimenti diversi dall'imbarazzo e la vergogna.</div><br /><br /><object height="385" width="480"><param name="movie" value="http://www.youtube.com/v/iHbRp6KtaTc?fs=1&hl=it_IT"><param name="allowFullScreen" value="true"><param name="allowscriptaccess" value="always"><br /><embed src="http://www.youtube.com/v/iHbRp6KtaTc?fs=1&hl=it_IT" type="application/x-shockwave-flash" allowscriptaccess="always" allowfullscreen="true" height="385" width="480"></embed></object><br /><br /><br /><br /><br /><div></div></div></div>Il Dottor Divagohttp://www.blogger.com/profile/06747126620291453628noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3714123636113336363.post-66551688620746569902010-10-14T16:18:00.009+02:002010-10-15T15:43:24.257+02:001389<a href="http://3.bp.blogspot.com/_PPMH5sKW2Fw/TLggJaAnHhI/AAAAAAAABUY/fS9ljYOgl-c/s1600/1389.bmp"><img id="BLOGGER_PHOTO_ID_5528203888570080786" style="DISPLAY: block; MARGIN: 0px auto 10px; WIDTH: 400px; CURSOR: hand; HEIGHT: 228px; TEXT-ALIGN: center" alt="" src="http://3.bp.blogspot.com/_PPMH5sKW2Fw/TLggJaAnHhI/AAAAAAAABUY/fS9ljYOgl-c/s400/1389.bmp" border="0" /></a><br /><br /><div>Fra i tanti tatuaggi impressi sul corpo della <em><a href="http://pixhost.info/pictures/1544671">bestia</a></em> uno mi ha colpito: 1389.<br /></div><div>Quando tentavo faticosamente di portare a compimento la mia tesi di laurea sulla comunicazione nelle guerre del ventesimo secolo, fra i vari conflitti uno divenne la mia magnifica ossessione: la "guerra umanitaria":I tre mesi di bombardamenti NATO sulla Serbia che segnarono l'amputazione finale di quanto rimaneva della Jugoslavia e la secessione del Kosovo a maggioranza albanese. </div><br /><div>Per comprendere le ragioni di quella improvvida guerra fu necessario risalire indietro nel tempo. Dall'avvento di Milosevic, alla Jugoslavia di Tito e prima ancora l'occupazione italo tedesca e la resistenza slava nella seconda guerra mondiale. Poi la prima con l'assassino dell'arciduca a Sarajevo, le guerre balcaniche nell'ottocento e così via in un percorso a ritroso che si concludeva inevitabilmente nel 1389.</div><br /><div>La nascita dell'identità serba.</div><br /><div>I Balcani producono più storia di quanta ne consumino. E' La prima massima che imparai studiando quelle tormentate terre, dove le guerre, i torti subiti e quelli perpetrati, le rivendicazioni e i revanscismi, non si sedimentano ma si sommano. La storia non passa mai, condannata a un eterno presente. Rimane motivo perenne di rabbia, orgoglio e risentimento. Guerre di settecento anni fa che vengono usate per polemica politica oggi. Leader politici emergono e si impongono con <a href="http://www.linearossage.it/public/campmerli-slobo-28-6-89.htm">comizi oceanici</a> su campi di battaglia. Non nel 1933 ma nel 1989. </div><br /><br /><div>Ma torniamo al 1389. Le Termopili serbe.</div><br /><br /><div>Le sconfinate e invincibili armate turche presa la grecia si accingono a marciare sul cuore d'Europa. Fra gli ottomani e le porte del vecchio continente c' è il piccolo regno di Serbia e il suo leggendario re: Hrebeljanovic.</div><br /><div>Le fonti storiche sono quantomai imprecise sulle dimensioni reali della battaglia, quel che è sicuro è che il novello Leonida perde la battaglia e la vita e con lui l'intera nobiltà locale.</div><br /><div>Il luogo della carneficina si trasforma nella fornace dell'identità serba per i secoli a venire: Kosovo polje, o campo dei merli.</div><br /><div>Perchè tut'oggi ci volano sopra i merli a beccare i cadaveri delle migliaia di caduti che riposano senza pace. In silenzio, però. Senza mai fischiare come vuole una bella <a href="http://altairquattro.blogspot.com/2008/02/il-campo-dei-merli.html">poesia epica</a>. La patria è quel luogo dove riposano gli antenati e lo sanno anche i merli. </div><br /><br /><div>I serbi, sconfitti ma non umiliati, per non rinnegare la fede ortodossa lasciano le loro terre ancestrali al nemico invasore e musulmano. Si ritirano più a nord, più o meno dove sorge l'attuale Serbia. Ma con la promessa eterna di tornare in quella che è la culla della loro civiltà, dove riposano i caduti e sorgono i millenari monasteri. La loro Gerusalemme promessa. Un intreccio di storia, mistica e religione così potente da volare sui secoli fino all'avambraccio di Ivan Bogdanov, il terribile ultrà che ha terrorizzato Marassi.</div><br /><br /><div></div>Il Dottor Divagohttp://www.blogger.com/profile/06747126620291453628noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3714123636113336363.post-66870350765928918832010-10-12T12:24:00.027+02:002011-02-06T12:29:35.527+01:00requiem for radiorock?<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="http://4.bp.blogspot.com/_PPMH5sKW2Fw/TLSFu13y_fI/AAAAAAAABUQ/AmoxfokEUeQ/s1600/radio-rock-ostia-roma.jpg"><img id="BLOGGER_PHOTO_ID_5527189682472025586" style="display: block; margin: 0px auto 10px; width: 400px; cursor: pointer; height: 200px; text-align: center;" alt="" src="http://4.bp.blogspot.com/_PPMH5sKW2Fw/TLSFu13y_fI/AAAAAAAABUQ/AmoxfokEUeQ/s400/radio-rock-ostia-roma.jpg" border="0" /></a><br /><div>La scorsa settimana è morto Paolo <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_0">Mazzullo</span>, nome che a molti non dirà nulla, ma per chi segue l'etere romano significava R<span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_1">adiorock</span>. L'unica superstite fra le radio libere, fondata nel 1985 e ancora viva oggi. Capace di fare numeri in termini di <a href="http://www.audiradio.it/upload/File/Dati%20Audiradio%20annuale%202009.pdf">ascolti</a> che molti network nazionali si sognano. </div><br /><div>Io la <span class="blsp-spelling-corrected" id="SPELLING_ERROR_2">cominciai</span> ad ascoltare nel 1998, quando non avevo ancora vent anni e di musica ne ascoltavo poca e capivo zero. L'<span class="blsp-spelling-corrected" id="SPELLING_ERROR_3">inizio</span> di carriera da ascoltatore coincise con il "golpe di <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_4">Mazzullo</span>", ma all'epoca non mi accorsi di nulla o quasi. </div><br /><div><span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_5">Mazzullo,</span> che era uno dei fondatori, sembra fece fuori larga parte dei soci, <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_6">trasformando</span> la radio da cooperativa di amici <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_7">rockettari</span> e incazzati, nella sua creatura. Ancora oggi, dodici anni dopo, esiste una <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_8">webradio</span> che rivendica il titolo di <a href="http://www.radiorock.to"><span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_9">radiorock</span> the <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_10">original</span></a> sul cui sito viene ricostruita con molta faziosità e malanimo la vicenda. </div><br /><br /><div>Per me la scoperta di quella radio (e quella musica) fu una <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_11">folgorazione</span>. Ricordo che la mia ragazza diceva, e come darle torto, che <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_12">radiorock</span> la riconoscevi subito: per i <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_13">dj</span> dal forte accento romano e ignoranti delle regole base del linguaggio radiofonico, per i silenzi troppo lunghi e l'italiano <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_14">rabbrecciato</span>. </div><br /><div>Ma soprattutto la riconoscevi per la musica.</div><br /><div>Con il tempo a quelle voci, così diverse dal resto del panorama radiofonico, finii con l'<span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_15">affezzionarmici</span> e diventargli <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_16">riconoscente</span>. <span class="blsp-spelling-corrected" id="SPELLING_ERROR_17">Perché</span> mi aprirono un mondo. Il mondo della musica Rock.</div><br /><div></div><div>Vuoi per le serate <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_19">live</span>, all'inizio semi deserte e poi capaci di riempire all'<span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_20">inverosimile</span> le più grandi discoteche romane. Vuoi per il carattere leggero e cazzone che la radio, ripulita dagli <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_21">integralisti</span> del rock militante, aveva assunto. Vuoi per tanti motivi che è difficile individuare, all'inizio degli anni 2000 arrise alla radio un successo inaspettato. Vi si avvicinò un pubblico assai più esteso di quello duro e puro tradizionale che la seguiva da sempre. Potendo scegliere fra i <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_23">dream</span> <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_24">theater</span> e <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_25">laura</span> <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_26">pausini</span> accadde <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_27">incredibilmente</span> che il pubblico, almeno una parte <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_28">significativa</span>, optasse per i <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_29">dream</span>.</div><div></div><br /><div>Inevitabile a partire da una data fluttuante fra il 2004 e il 2007 il lento declino. L'anima originaria sempre più smarrita. Le <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_30">playlist</span> degne di <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_31">RDS</span>. L'<span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_34">allontanamento</span> progressivo e la <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_35">sostituzione</span> raramente all'altezza di quasi tutti i i <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_36">dj</span>. Da un giorno all'altro senza mai dare spiegazioni. Che per una radio in cui il contatto con il pubblico è essenziale, significa allontanare ogni volta parte dei vecchi ascoltatori. </div><div>Probabilmente alla base la scelta (che all'inizio aveva pagato) di allargare i paletti del proprio pubblico con la conseguente scomparsa dei generi musicali ritenuti meno popolari o di facile ascolto: hard rock, metal, gli emergenti. Ma anche il jazz il blues e l'elettronica (vabbè a me l'elettronica ha sempre fatto cagare).</div><div><br />Da anni la ascolto sempre meno, preferendole altro. E anche la notizia della scomparsa di Mazzullo mi ha raggiunto solo diversi giorni dopo.</div><div>Negli anni gli è stato detto di tutto. Ricorrenti le accuse di fascismo (e fondatore della nera <em>radio alternativa</em> nei '70, verità o leggenda non è dato sapere), a <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_38">qualunquista</span> ancora più di Grillo, fino all'essere l'ultimo comunista. </div><div>A me ha sempre ricordato per Pannella. Fondatore e divoratore del Partito Radicale ma soprattutto, e credo che a questo il vecchio radicale più di ogni altra cosa sia attaccato, padrone <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_40">incontrastato</span> di radio radicale. </div><br /><br /><div>Si dice che <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_41">Mazzullo</span> avesse un pessimo carattere, fosse uno sfruttatore, di sicuro non amava il dissenso interno. Oggi scorrendo il palinsesto della radio a colpirmi sono i nomi che mancano all'appello: Valentina Torresi, Elisa <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_42">Gusberti</span>, Claudia <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_43">McDowell</span>, <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_46">Moonchild</span>, <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_47">Faber</span> <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_48">Cucchetti</span>, Marco Terragni e scopro ora la mia preferita, forse l'unica capace di abbinare l'ottima musica a una conduzione simpatica e <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_49">professionale</span>, <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_50">Jelena</span> <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_51">Milic</span>. </div><div>Tutti, sembra di capire, allontanati per <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_52">incomprensioni</span> con il capo.</div><div>Della vecchia guardia sono rimasti solo <a href="http://www.princefaster.com">prince <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_53">faster</span> </a>, <a href="http://www.emiliopappagallo.it">Emilio Pappagallo</a> e Fabio <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_54">Giannotti,</span> chissà <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_55">perchè</span> non epurati dal <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_56">Krono</span> di <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_57">casalbertone</span>.</div><br /><br /><div>Un giudizio sull'ateo e sbattezzato <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_58">Mazzullo</span> forse non potrà darlo neanche il signore. Di sicuro lui se ne <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_59">lamenterebbe</span> non <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_60">riconoscendogli</span> alcuna autorità, <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_61">sbraiterebbe</span> minacciando querele e ritorsioni. </div><div>Però se fra tanti evidenti difetti, <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_62">Radiorock</span> è l'unica radio libera ad aver toccato i 25 anni di vita, qualche merito tocca <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_63">riconoscerglielo</span>. Nonostante i suoi sermoni <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_64">insopportabili</span> e <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_65">sconclusionati</span>, le bestemmie non sempre trattenute, le mille battaglie strampalate e quell'odore di alcol che passava attraverso le onde dei 106.6 <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_66">FM</span>. </div><br /><br /><div></div><br /><br /><div></div><br /><br /><div></div><br /><br /><div></div>Il Dottor Divagohttp://www.blogger.com/profile/06747126620291453628noreply@blogger.com7tag:blogger.com,1999:blog-3714123636113336363.post-52216275154830891902010-10-04T12:03:00.011+02:002010-10-04T18:25:37.503+02:00Calatrava, Belpietro, il popolo viola e un brufolo sul nasoSono passato l'altro giorno per piazza San Giovanni al termine della manifestazione del popolo viola. Manifestazione assai meno partecipata della precedente, ma comunque abbastanza riuscita. Dieci, forse quindicimila persone mi sembra una stima ragionevole. Che non sono poche.<br />Per l'organizzazione mezzo milione. Aridatece Berlusconi.<br /><br /><br /><br /><br /><img id="BLOGGER_PHOTO_ID_5524184852026415842" style="display: block; margin: 0px auto 10px; width: 392px; height: 317px; text-align: center;" alt="" src="http://2.bp.blogspot.com/_PPMH5sKW2Fw/TKnY2sKg2uI/AAAAAAAABUA/IZMNzbhl0cw/s400/cittasport.jpg" border="0" /><br /><br />Altro giro per la città, altra corsa. Città dello sport a Tor Vergata. Ancora non ho capito cosa sia, perchè stia venendo costruita e a cosa servirà. L'unica cosa certa è che doveva ospitare i mondiali di nuoto del 2009 e costare 60 milioni di euro. Forse sarà pronta per ipotetiche olimpiadi del 2020 e al momento è stimato un costo di 600 milioni. La medaglia d'oro delle stronzate se la è già meritata.<br /><br /><br /><br />Berlusconi racconta una vecchia barzelletta sessista con bestemmia finale. Dopo averne raccontata un'altra sugli ebrei.<br />Ricapitolando: un vecchio puttaniere, maschilista, bestemmiatore e antisemita. Avrà il mio voto.<br /><br /><br /><p>Tentato attentato a Belpietro. Non so se l'agente si sia inventato tutto perchè mitomane. Spero lo accertino le indagini. So che sono inaccettabili le prese di distanza, i distinguo, i non è che se la è meritata ma tutto sommato..., o peggio ancora. Si chiama strategia della tensione, si chiama terrorismo, abbiamo già dato.<br /></p><br /><br /><br />La Roma perde a Napoli ed è penultima in classifica. La Lazio invece è prima solitaria. Ho toppato clamorosamente la formazione al fantacalcio e mi è spuntato un brufolo sul naso.<br /><br /><br /><br /><br />Urge un capro espiatorio.Il Dottor Divagohttp://www.blogger.com/profile/06747126620291453628noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-3714123636113336363.post-66898615349717155752010-09-30T11:24:00.000+02:002010-09-30T11:25:22.536+02:00Senza h. Si scrive senza hChissà la tua espressione nel vedere quella h di troppo. Il fastidio mai celato nel vedere storpiato il nome. Quasi pari al mio nel vederlo accompagnato.Il Dottor Divagohttp://www.blogger.com/profile/06747126620291453628noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3714123636113336363.post-13117535682582636642010-09-23T15:23:00.008+02:002010-09-23T15:55:37.956+02:00io non ho rubato<a href="http://2.bp.blogspot.com/_PPMH5sKW2Fw/TJtam_01kHI/AAAAAAAABTs/oKX1rJ5o5gY/s1600/lupin.png"><img id="BLOGGER_PHOTO_ID_5520105394287251570" style="DISPLAY: block; MARGIN: 0px auto 10px; WIDTH: 400px; CURSOR: hand; HEIGHT: 312px; TEXT-ALIGN: center" alt="" src="http://2.bp.blogspot.com/_PPMH5sKW2Fw/TJtam_01kHI/AAAAAAAABTs/oKX1rJ5o5gY/s400/lupin.png" border="0" /></a><br /><div>Suona tutto.</div><div>Da un pò di tempo quando Flavio esce da un negozio, un supermercato, un centro commerciale, una libreria, immancabilmente il sistema anti taccheggio comincia a suonare. Quel bip indiscreto e fastidioso che fa scattare commesse e cassieri e richiama in un baleno la sicurezza. </div><div></div><br /><div>Scusi signore potrebbe ripassare dal varco?</div><div>Certo. </div><div>E il varco suona di nuovo.</div><br /><div></div><div>Inizialmente Flavio era un filo imbarazzato poi ci ha preso gusto a vedere le varie espressioni dipinte sul volto dei suoi giudici improvvisati.</div><div>Ha imparato a riconoscere gli sguardi un attimo prima del fatal passo che azionerà l'allarme.</div><br /><div></div><br /><div>Ma guarda quel ragazzo chi lo avrebbe mai detto.</div><div>Io lo ho notato subito con quella espressione losca.</div><div>Si vedeva che aveva qualcosa da nascondere.</div><br /><div></div><br /><div>E Flavio qualcosa da nascondere evidentemente la possiede, ma lo nasconde così bene che solo macchine insensibili e infallibili possono vedere il maltolto.</div><div>Non sanno identificarlo, localizzarlo, ma sanno che Flavio ha rubato. E suonano.</div><br /><div></div><div>Forse suonano per denunciare il tempo che Flavio ruba non sapendo a chi restituire.</div><div>O perchè gli allarmi come il <a href="http://piccolerime.interfree.it/rodari/semaforo.htm">semaforo blu </a>in una vecchia fiaba di Rodari sono stufi del loro lavoro monotono: denunciare qualche zingarello dalla mano veloce, il vecchietto la cui pensione finisce prima del mese, il ragazzino in cerca di mp3 quanto di emozioni, o l'insospettabile con l'impermeabile, che era tanto una brava persona e salutava sempre quando lo incontravi sul pianerottolo.</div><br /><div></div><div>Oppure perchè gli allarmi non guardano le tasche ma le anime. E sanno che Flavio è colpevole. Potrà anche passare l'intera esistenza senza farsi cogliere in fallo, ma gli batterà sempre in petto il cuore di un ladro.</div><br /><div></div><br /><div></div><br /><div></div><br /><div></div><br /><div></div>Il Dottor Divagohttp://www.blogger.com/profile/06747126620291453628noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3714123636113336363.post-89570375087787955002010-09-14T10:24:00.003+02:002010-09-14T10:43:37.408+02:00più per meno meno<a href="http://4.bp.blogspot.com/_PPMH5sKW2Fw/TI81EXn1SKI/AAAAAAAABTk/z1msDQ8jTHs/s1600/test-di-ammissione6.jpg"><img id="BLOGGER_PHOTO_ID_5516686417728981154" style="DISPLAY: block; MARGIN: 0px auto 10px; WIDTH: 400px; CURSOR: hand; HEIGHT: 266px; TEXT-ALIGN: center" alt="" src="http://4.bp.blogspot.com/_PPMH5sKW2Fw/TI81EXn1SKI/AAAAAAAABTk/z1msDQ8jTHs/s400/test-di-ammissione6.jpg" border="0" /></a><br /><div>Ieri era il primo giorno di scuola per milioni di studenti me compreso.</div><div>Dopo qualche anno dalla conclusione di <em>scienze della comicazione</em>, il grande passo verso una facoltà che quando ne pronunci il nome non registri uno scoppio di ilarità.</div><br /><div>Ora anche la più sfigata dell'università ha il numero chiuso. Più che una barriera in certi casi è un'ambizioso traguardo posto dai rettori, visto che 1200 matricole giurisprudenza a Roma 3 non si sono mai viste. Eppure bisogna superare il test di ingresso. Autentico baubau dei neo diplomati.</div><br /><div></div><br /><div>C'era anche ai tempi miei atto primo. </div><br /><div>Stramaledetti quiz contestati all'epoca contestati ora. Forse sono diventato più sveglio io, ma più probabilmente la verità è un'altra. Sono diventati più scemi loro. Chi produce i quiz. Sui candidati non mi pronuncio ancora (comuqnue sono più scemi anche loro).</div><br /><div>Ottanta domande che con un pizzico di impegno anche la Gelmini potrebbe superare.</div><br /><div></div><br /><div>Complessi quesiti matematici: il risultato dell'operazione +4 per - 4 è: a) un numero positivo b) un numero negativo c) zero d) nessun risultato</div><br /><div>Rompicapi di logica: completa la sequenza logica " i romanzi sono libri" e "non ci sono libri in questa stanza" a) tutti i libri sono romanzi b) tutti i romanzi sono libri c) non ci sono romanzi in questa stanza d) non me la ricordo</div><br /><div>E così via.</div><br /><div></div><br /><div>PS</div><br /><div>Le domande sopra riportare con relative opzioni di scelta sono autentiche.</div><br /><div>PPS</div><br /><div>Per partecipare a tale selezione era necessario versare 25 euro. Ma se lo spettacolo non è stato di gradimento è possibile chiedere la restituzione del biglietto?</div><br /><div></div><br /><div></div><br /><div></div>Il Dottor Divagohttp://www.blogger.com/profile/06747126620291453628noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3714123636113336363.post-62590441024381344522010-09-09T10:28:00.018+02:002010-09-10T22:14:59.522+02:00Fini e Mentana: destini incrociati<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="http://4.bp.blogspot.com/_PPMH5sKW2Fw/TIkQz-aVjLI/AAAAAAAABTc/2X72hNaccx0/s1600/Enrico-Mentana-TgLa7.jpg"><img id="BLOGGER_PHOTO_ID_5514957703804718258" style="display: block; margin: 0px auto 10px; width: 290px; cursor: pointer; height: 194px; text-align: center;" alt="" src="http://4.bp.blogspot.com/_PPMH5sKW2Fw/TIkQz-aVjLI/AAAAAAAABTc/2X72hNaccx0/s400/Enrico-Mentana-TgLa7.jpg" border="0" /></a><br /><br />La prima cosa da dire è che il Tg di Mentana su la7, coperto dai plausi di tutti i commentatori, è in realtà un Tg datato. Mentana straborda, commenta, sottolinea. Un autentico one man show. E incredibilmente quella che era la principale dote di “mitraglia” è svanita. E’ diventato lento!<br />Ciò nonostante conduce il miglior telegiornale oggi su piazza: dà le notizie invece di nasconderle, spiega e approfondisce i fatti laddove la norma è propinarci, a commento di ogni scorreggia di cane, l'arguta opinione di capezzolone piuttosto che franceschiello. Soprattutto concede ospitalità ai banditi del servizio pubblico e privato.<br /><br />L'altro ieri il primo scoop. Ospite in studio, per una decina abbondante di minuti il personaggio dell’estate, nonché presidente della camera Fini. Intervistato senza troppi salamelecchi da Mentana in persona.<br />Fra i due è parsa subito evidente una particolare empatia. Li accomuna la medesima storia recente. Gli stessi errori, gli identici pentimenti, le speculari e tardive denunce dell'insostenibile potere del tiranno.<br /><br />Mentana è stato per anni la foglia di fico dell’informazione berluscoglionizzata. L’equilibrato Tg di Chicco consentiva al nano di straparlare in difesa del pluralismo, stella polare in mafiaset.<br />Il volto credibile del biscione, la faccia pubblica da mostrare ai party bene. Dove fidofede e straccio liguori non erano ammessi, causa le quintalate di saliva che lasciavano sulla moquette.<br /><br />In cambio Mentana, che nel 94 non aveva certo la storia o la credibilità di un mostro sacro, ebbe l’opportunità per anni di condurre un telegiornale non paludato, veloce e popolare. E di godere di un’autonomia sconosciuta ai suoi dirimpettai.<br />Una certa tutela dell’immagine del capo era doverosa anche al tg5, ma per l’ambizioso direttore soprassedere su qualche servizio a domicilio costituiva male minore. Daltronde in quella breve stagione i suoi colleghi di azienda rispondevano al nome di Santoro (!), Luttazzi (!) Paolo Rossi (!).<br /><br />Per Berlusconi era fondamentale non fornire armi che consentissero al centro sinistra di portare avanti le sacrosante battaglie per spezzare il monopolio televisivo e risolvere il conflitto di interessi.<br />Disporre di tre reti ma farne un uso moderatamente propagandistico fu la trovata geniale del preferito dai corleonesi. Tutelare qualche spazio di libertà per annientarlo appena se ne fosse avuta l’occasione. Occasione che immancabilmente si presentò con la caduta di Prodi e la successione di un modesto autore della casa editrice del nano, tal dalema. Seguita dalla scontata vittoria elettorale del cavaliere alle elezioni politiche del 2001.<br /><br />Caduto il centro sinistra la situazione a Cologno monzese è subito mutata. Il potere berlusconiano ha mostrato il volto per anni camuffato.<br />Dopo mediaset, la Rai. Stesso copione, stessa regia. Prima la cacciata dei nemici conclamati, poi l'allontanamento degli indipendenti, dei battitori liberi. Quelle anime belle che pensavano bastasse mostrarsi distaccati verso gli interessi del capo per aver salva la carriera. Ma al sultano non bastava e pretendeva l'epurazione di tutti coloro non si mostrassero pronti a scambiare la penna con la lingua. Fino all'arruolamento di una pletora di pennivendoli buoni solo a sbattere i tacchi e di veline repentine nell'aprire le cosce.<br /><br />Mentana ha per anni in silenzio registrato il contrarsi della libertà prima e della decenza poi. Nel suo gruppo editoriale, nella sua rete e infine nel suo stesso Tg.<br />Allontanato dalla sua creatura per far posto al giannizzero rosella e al pretoriano minimum, confinato nella ridotta di Matrix neanche allora ha trovato la forza di dire no.<br />Le pressioni sempre maggiori dell'editore per stabilire l'agenda della trasmissione. il veto esplicito sulla scelta degli invitati. Infine le dimissioni e la denuncia della trasformazione dei comitati di redazione in uffici stampa di Forza Mafia. Peccato che tale fenomeno datasse almeno un lustro abbondante.<br />Meglio tardi che mai.<br /><br /><p><a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="http://3.bp.blogspot.com/_PPMH5sKW2Fw/TIkQzMYzUwI/AAAAAAAABTU/3KxN2o8qzS4/s1600/gianfry.jpg"><img id="BLOGGER_PHOTO_ID_5514957690376508162" style="display: block; margin: 0px auto 10px; width: 307px; cursor: pointer; height: 230px; text-align: center;" alt="" src="http://3.bp.blogspot.com/_PPMH5sKW2Fw/TIkQzMYzUwI/AAAAAAAABTU/3KxN2o8qzS4/s400/gianfry.jpg" border="0" /></a><br />Gianfranco Fini nel 94 era il segretario del MSI e tanto basta per capire come mai salì con tanto entusiasmo sul carro berlusconiano. Da grigio leader di un partito sepolcro cui era fisicamente impedito di fare politica a numero due della coalizione di governo. Da fascista impresentabile a testa fine del centro destra. </p><p>Una carriera inattesa e spettacolare: ministro, vice presidente del consiglio e infine presidente della camera. Una cavalcata cui rimaneva però precluso l’ultimo gradino, il più ambito, la nomina a erede universale del satiro.<br /><br />Gianfry per quindici anni ha assistito complice al dilagare della metastasi berlusconiana. Le decine di leggi ad personam, la tutela smaccata degli interessi economici più inconfessabili del capo e dei suoi accoliti, la promozione a tutti i livelli di una classe dirigente formata da prostitute, cocainomani, strozzini, ladri, grassatori, esponenti della mafiacamorrandrangheta, o più frequentemente semplici coglioni senza arte né parte.<br /><br />Gianfri e l’imbarazzo mal celato verso le quotidiane gaffe della parodia chapliniana di uno statista, in realtà uomo disturbato, sempre più scollegato dalla realtà, ostaggio di ragazzine piacenti, signorsì dagli appetiti voraci e malversatori di ogni stampo.<br /><br />Poi la ribellione da lungo covata, causata non da un singolo evento quanto dalla presa di coscienza che il berlusconismo non ha colore politico, non segue programmi, non pone traguardi, non conosce valori. L’uso immorale del potere per appagare gli istinti più bassi dell’essere umano.<br />E oggi lo strappo definitivo. Meglio tardi che mai.<br /><br /><br />Fini lo spazio politico che Berlusconi gli ha consegnato nel 94 lo avrebbe occupato lo stesso, anche senza l'appoggio del magnaccia, poiché era il bipolarismo a imporlo. Sarebbe stato probabilmente un processo più lungo e faticoso, ma dal sicuro successo perché l'unica personalità popolare e credibile da contrapporre ai progressisti era proprio lui.<br /><br />Mentana non avrebbe avuto difficoltà a costruirsi una carriera giornalistica di tutto rispetto in un nuovo polo televisivo, quel polo che si sarebbe costituito per forza di cose risolto il nodo gordiano della concentrazione mediatica nelle mani del piduista.<br />Apparentemente sia Mentana che Fini hanno giovato dell’appoggio del Berluscone. Hanno professionalmente ottenuto più di quanto avrebbero avuto senza.<br /><br />Non è così.<br /><br />Perche a guadagnarci è stato sempre e solo il grande venditore. Che senza l'appoggio di Fini e Mentana avrebbe chiuso bottega per i colossali debiti, collezionato decine di condanne per l’incredibile numero di reati commessi e conclusi mestamente la parabola esistenziale come latitante in una delle tante ville off shore. Alle amate Cayman piuttosto che Antigua. Al riparo dalla galera, ma solo, rabbioso e dimenticato da tutti.<br /><br />Invece grazie alle leggi ad personam (appoggiate da Fini e coperte da Mentana), alla sistematica corruzione di testi e magistrati, alle pressioni formidabili esercitate ad ogni livello della macchina giudiziaria e investigativa ad opera dei suoi sgherri avvocati, lo troviamo là. Potente e arrogante come mai.<br />Fini e Mentana, destini complici e incrociati.</p>Il Dottor Divagohttp://www.blogger.com/profile/06747126620291453628noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3714123636113336363.post-7821124192271586612010-09-02T15:02:00.023+02:002010-10-04T16:14:04.063+02:00Sapri 1943: eran 83. Erano giovani, eran vecchi, eran donne, eran bambini e sono morti<a href="http://4.bp.blogspot.com/_PPMH5sKW2Fw/TITFLrO76qI/AAAAAAAABSs/Xd3uNNySNlo/s1600/chiesasgiov01.jpg"><img id="BLOGGER_PHOTO_ID_5513748648182934178" style="DISPLAY: block; MARGIN: 0px auto 10px; WIDTH: 283px; CURSOR: hand; HEIGHT: 400px; TEXT-ALIGN: center" alt="" src="http://4.bp.blogspot.com/_PPMH5sKW2Fw/TITFLrO76qI/AAAAAAAABSs/Xd3uNNySNlo/s400/chiesasgiov01.jpg" border="0" /></a><br /><br /><div><a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Sapri">Sapri </a>è un amena località solo in parte turistica. Pur essendo affacciata su di un bel golfo, la pesca occupa una porzione trascurabile della popolazione. Ha un porto perennemente in costruzione, ma di certo non è un attracco commerciale rilevante. Si estendono altipiani e pascoli alle sue spalle, ma non vive di agricoltura e pastorizia.<br /></div><div>Sapri giace là con i suoi 7 mila abitanti che ogni giorno diventano qualcuno di meno.</div><br /><div>Deve la relativa celebrità a una modesta <a href="http://it.wikisource.org/wiki/La_spigolatrice_di_Sapri">poesia </a>risorgimentale, che più di narrare romanza le sfortunate gesta di un patriota napoletano dagli occhi azzurri, Carlo Pisacane.<br /></div><div>Sconfortato dall'immobilismo che caratterizzava il movimento per l'unità d'Italia in seguito alle sconfitte del '48, decise di intraprendere un'iniziativa solitaria, eroica e disperata. Confidando di scuotere le coscienze sopite, il nostro capitano coi capelli d'oro, si impadronì di un vaporetto che da Genova doveva andare a Tunisi e liberati trecento galeotti dal carcere di Ponza, fece rotta su Sapri, con l'intentò di scatenare un insurrezione anti borbonica nel Cilento. </div><br /><br /><div>Nonostante l'uguaglianza del numero, le gesta di Leonida e dei suoi ben più battaglieri uomini apparvero subito lontane, giacchè a decimare l'improvvisato esercitò provvide non la sconfinata armata di Serse ma neanche l'assai meno bellicosa macchina militare borbonica. </div><div>La disfatta avvenne per mano contadina, la cui furia fu scatenata dai saccheggi compiuti dai trecento per sfamarsi. Correva l'anno 1857, solo tre anni dopo un'impresa per molti versi simile avrebbe sortito ben altri risultati.</div><br /><p><br />Una storia minore che solo la roboante propaganda postunitaria ingigantì consegnando a Sapri un ruolo nella Storia nazionale che non sembrava molto interessare i rari pescatori e più numerosi contadini, residenti nel golfo avaro di pesci quanto di frutti.<br /></p><div>Non erano passati cento anni quando gli anglo americani preparavano uno sbarco assai più significativo di quello di Pisacane, <a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Operazione_Avalanche">l'operazione avalanche</a>, che avrebbe catapultato a partire dal 9 settembre 170.000 uomini sulle spiagge intorno a Salerno. Con la speranza subito frustrata di risalire rapidamente lo stivale e annientare la resistenza tedesca. Era il 1943 e la seconda guerra mondiale vedeva l'Italia sconfitta, umiliata e invasa.</div><br /><div>Ma a Sapri la storia non ama mostrare la faccia più nota. Non Garibaldi ma Pisacane, non avalanche ma 34 misconosciuti bombardamenti aerei che cancellarono il paese e lasciarono 83 morti sotto le macerie.<br /></div><br /><div>Il turista distratto passeggiando per il più bel lungomare della costa, o per la verdeggiante villa comunale, nota a stento l'aspetto moderno della città, la quasi totale assenza di edifici con più di 60 anni o del tipico dedalo di stradine e case di pietra che caratterizza i paesi limitrofi. In pochi si interrogano sulle ragioni di tale differenza urbanistica. </div><br /><div>Sotto le bombe aeree ad andare persa oltre la città vecchia pare sia stata la memoria.<br /></div><div>A Sapri fino a pochi anni fa non esisteva neanche un sasso a ricordare quelle infauste giornate. Ancora oggi la pagina internet del <a href="http://www.comunedisapri.it/conoscere_sapri/la_storia.php">comune</a> ci parla delle origini romane, delle incursioni saracene e ovviamente di Pisacane, ma non una parola sui bombardamenti. </div><br /><br /><div>Dove non arriva la storia ufficiale si ferma anche quella popolare fatta di passaparola e tradizione orale. I vecchi di Sapri non ne parlano mai, non rivangano il doloroso passato con i nipoti o con i compagni di biliardo al bar, dove le chiacchiere raramente si discostano dal qui e ora di un eterno presente destinato a replicarsi sempre uguale a se stesso, fra dignitosa povertà ed emigrazione. </div><br /><br /><div>Neanche la toponomastica giova al ricordo. A fianco alle immancabili piazza plebiscito, corso Garibaldi e perfino via Kennedy (non è dato sapere se dedicata a John piuttosto che Bob, oppure collettivo omaggio all'importante dinastia americana), non esiste un vicoletto intitolato alle vittime dei bombardamenti.</div><br /><div>Perfino <a href="http://www.google.fr/search?hl=it&rls=com.microsoft%3Aen-us&q=bombardamento+di+sapri&aq=f&aqi=&aql=&oq=&gs_rfai=">google</a> si arrende di fronte al silenzio che ha inghiottito una pagina di storia che ci si aspetta sia centrale per Sapri e i sapresi. </div><div></div><br /><div>Una rimozione collettiva difficile da spiegare, che rende impervio ricostruire quanto accadde. Nessuna pubblicazione sponsorizzata dal distratto comune, nessun sito internet dedicato da qualche associazione civica. La pubblicistica locale ama disquisire del brigantaggio post unitario, degli <a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Giovanni_Passannante">anarchici locali</a>, della cucina cilentana e finanche dei movimenti per la costruzione dell'ospedale negli anni 70. Ma l'estate del 1943 rimane un tabù duro da scalfire.</div><br /><br /><div>Quale fu l'obiettivo militare dei comandi alleati? lo scalo ferroviario? il porto? eventuali opere di fortificazione presidiate dai tedeschi? </div><div>Chi sganciò le bombe? gli inglesi? gli americani? Furono presi provvedimenti per salvaguardare la cittadinanza e come furono gestite le operazione di salvataggio dei sicuramente numerosi sepolti vivi? La ricostruzione fu pianificata o improvvisata?<br />Domande a cui non è possibile dare una risposta e che non sembrano interessare più di tanto chi ha perso un nonno, uno zio, un parente sotto le macerie.</div><br /><br /><br /><br /><br /><div>La chiesa di San Giovanni fu centrata da una bomba e crollò. Si salvò quasi miracolosamente il campanile adiacente, risalente al 600. Nel giugno del 2010 è stato abbattuto per fare posto alla nuova chiesa.</div><div></div><div><br /></div><br /><div><br /><br /></div><img id="BLOGGER_PHOTO_ID_5513750520091916210" style="DISPLAY: block; MARGIN: 0px auto 10px; WIDTH: 400px; CURSOR: hand; HEIGHT: 250px; TEXT-ALIGN: center" alt="" src="http://1.bp.blogspot.com/_PPMH5sKW2Fw/TITG4oo0N7I/AAAAAAAABS0/rZfUVIB3GD0/s400/la-nuova-chiesa-di-san-giovanni-sapri.jpg" border="0" /><br /><div><br /><br /></div><br /><div></div><br /><div><br /><br /><br /><br /></div><br /><div></div>Il Dottor Divagohttp://www.blogger.com/profile/06747126620291453628noreply@blogger.com5tag:blogger.com,1999:blog-3714123636113336363.post-62180647893176419472010-03-24T11:01:00.014+01:002010-03-24T12:13:16.583+01:00l'uomo che ha sconfitto il cancro<a href="http://4.bp.blogspot.com/_PPMH5sKW2Fw/S6nwUNEIAfI/AAAAAAAABRY/d6QcDn3Bd4o/s1600/BerlusconiPassion.jpg"><img style="TEXT-ALIGN: center; MARGIN: 0px auto 10px; WIDTH: 362px; DISPLAY: block; HEIGHT: 400px; CURSOR: hand" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5452153053803708914" border="0" alt="" src="http://4.bp.blogspot.com/_PPMH5sKW2Fw/S6nwUNEIAfI/AAAAAAAABRY/d6QcDn3Bd4o/s400/BerlusconiPassion.jpg" /></a><br /><div>Inizialmente credevo fosse un esagerazione montata dalla stampa di sinistra per sottolineare la deriva populista di Berlusconi. Poi invece ho scoperto che quelle parole le ha pronunciate veramente: Entro tre anni sconfiggeremo il cancro.</div><br /><div>Non la disoccupazione, la fame nel mondo o l'inquinamento. Il cancro.</div><br /><div></div><br /><div>Quest'uomo ha spezzato anche l'ultimo filo che lo teneva legato alla realtà. Vive ormai in un mondo parallelo e fantastico dove i suoi desideri e le sue speranze, le sue terrene paure diventano magicamente fatti politici di rilevanza pubblica. La pupù del re da esibire al popolo.</div><br /><div></div><br /><div>Non credo, come alcuni commentatori hanno notato, che dietro questa delirante promessa elettorale si nasconda quella vecchia volpe di imbonitore che è Berlusconi il piazzista. Non sono stati i consueti sondaggi a indicargli il cancro come preoccupazione principe degli italiani cui dare sollievo. Cui promettere soluzione per rinnovare il patto scellerato che lo lega ai più inconfessabili, anche quando leggittimi, sentimenti della "massa". </div><br /><div></div><br /><div>Assistiamo invece alla confusione di un uomo vecchio e malato che teme di morire. E esorcizza la più antica delle paure umane traslandola su un piano diverso da quello del destino. Un piano sul quale è lui a decidere, lui ad avere l'ultima parola. </div><br /><div></div><br /><div>Il parallelo continuo fra la magistratura, l'altro suo grande cruccio, e il cancro, testimonia come nella mente del premier i piani pubblico/privato siano ormai fusi, anche a livello dialettico, in una prospettiva aberrante dove nulla al di fuori della sua personalità ipertrofica abbia più realtà. </div><br /><div></div><br /><div>Se può debellare il male-magistratura che lo aggredisce con leggi e decreti, perchè non può fare lo stesso con il male-malattia che lo consuma?</div><br /><div>In tre anni riformerà lo stato piegando la magistratura al suo infantile desiderio di impunità, in tre anni vincerà il cancro piegandolo al suo sogno umanissimo di immortalità.</div><br /><div>E' evidente come la malattia cui si riferisce non è da intendere come il virus che affligge l'umanità, ma come il male concreto che ha già colpito lui. </div><br /><div>L'ultimo pietoso spettacolo messo in piedi da un uomo profondamente disturbato, che proprio nel momento del suo massimo successo vede scappargli come sabbia fra le dita la vita. Confidando in un miracolo cui l'unto dal signore ha pieno diritto.</div><br /><div></div>Il Dottor Divagohttp://www.blogger.com/profile/06747126620291453628noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-3714123636113336363.post-80142380873037409942010-03-08T10:25:00.013+01:002010-03-09T13:09:50.013+01:00l'ultimo stalinista<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="http://2.bp.blogspot.com/_PPMH5sKW2Fw/S5VamfwlVMI/AAAAAAAABRQ/nn0uEp-xLls/s1600-h/firmoquellochetepare.jpg"><img style="TEXT-ALIGN: center; MARGIN: 0px auto 10px; WIDTH: 400px; DISPLAY: block; HEIGHT: 339px; CURSOR: pointer" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5446358941781284034" border="0" alt="" src="http://2.bp.blogspot.com/_PPMH5sKW2Fw/S5VamfwlVMI/AAAAAAAABRQ/nn0uEp-xLls/s400/firmoquellochetepare.jpg" /></a><br /><div>La cosa che più lascia increduli della firma napolitana al decreto vergogna sono le motivazioni addotte dal capo dello stato. Nella lettera di risposta a due cittadini che chiedevano lumi sulle ragioni dello scandaloso autografo, il presidente infila una serie di mostruosità logiche politiche e costituzionali che gli varrebbero più che l'impeachment, la qualifica di incapace di intendere e di volere.</div><br /><div>Leggo che i principali costituzionalisti italiani tacciono per non mettere in imbarazzo Beghelli. Altri, appena più coraggiosi, fanno a pezzi il decreto (che nessuna persona abbia sostenuto l'esame di costituzionale può difendere), ma con messneriana capacità di arrampicarsi sugli specchi, spiegano che non bisogna tirare in ballo il vecchio stalinista.<br /><br />A tutti gli osservatori appare curioso che proprio un presidente di sinistra, un comunista di acciaio, si sia dimostrato il più fedele alleato di Silvio nel progetto autoritario che caratterizza il governo berlusconiano.<br />Tale bizzarria si svela non appena si entra nella psicologia del nostro, per il quale la ragion di stato deve sempre prevalere su qualsiasi altra considerazione. Dove la ragion di stato si identifica con il moloch burocratico che domina la scena politica.<br />Sia esso il partito comunista sovietico quando si tratta di invadere l'Ungheria nel 56, oppure la corte berlusconiana mentre calpesta la costituzione formale e materiale in Italia nel 2010.<br />Per lui, mutatis mutandis, non ci sono grandi differenze. Il Partito, meglio se comandato da una personalità strabordante e psicopatica, è l'unico attore capace di perseguire "il bene collettivo", pertanto non si può frapporre ostacoli alla sua azione per definizione "giusta".<br />L'intera presidenza napoletana è permeata dalla ricerca dell'intesa con il caimano. Di fronte a ogni strappo democratico, dal lodo Alfano al processo breve, mai si è avvertita la volontà da parte del quirinale di difendere la legalità costituzionale. Un giustificazionismo verso l'azione governativa, anche quando questa collide frontalmente con la carta, che si configura come eversivo, in quanto incompatibile con il ruolo assegnato al Presidente della Repubblica.<br />Per Napolitano la stella polare non è la difesa della costituzione, bensì evitare il conflitto istituzionale, anche attraverso un costante e deferente inchino verso palazzo Chigi. Come se la prima carica dello stato altro non fosse che il maggiordomo del presidente del consiglio. Un ruolo puramente decorativo simile a quanto previsto per i monarchi in democrazie assai più solide della nostra, che non trova fondamento alcuno nel nostro sistema.<br /><br />In presenza poi dell'emergenza democratica rappresentata dal barbaro Berlusconi, la passività complice di Napolitano rischia di sprofondare il paese verso un baratro senza ritorno.<br /><br />Aveva le sue buone ragioni Stalin, figurarsi se non le ha Silvio. </div>Il Dottor Divagohttp://www.blogger.com/profile/06747126620291453628noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3714123636113336363.post-49618682079329258082010-03-04T11:40:00.023+01:002010-03-04T19:29:44.011+01:00Regionali 2010: cosa succede?<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="http://3.bp.blogspot.com/_PPMH5sKW2Fw/S4_6KK8BqxI/AAAAAAAABQ4/NlFAd0gYkL8/s1600-h/non-voto.jpg"><img style="display: block; margin: 0px auto 10px; text-align: center; cursor: pointer; width: 366px; height: 400px;" src="http://3.bp.blogspot.com/_PPMH5sKW2Fw/S4_6KK8BqxI/AAAAAAAABQ4/NlFAd0gYkL8/s400/non-voto.jpg" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5444845527155976978" border="0" /></a><br /><div></div><br /><br /><div>Cosa è successo al PdL? intanto una previsione: verrà riammesso Formicone in Lombardia, mentre nel Lazio la sorte del popolodellalibertà appare segnata.</div><br /><br /><div>La scelta dei candidati per ogni tornata elettorale è da sempre a destra, ma temo anche a sinistra, qualcosa di simile alla royal rumble. La mega rissa senza esclusione di colpi del wrestling. </div><br /><br /><div>Di solito la lista viene chiusa la notte prima del termine ultimo, quando l'alba fa capolino sugli eleganti tetti delle federazioni provinciali, dove fino al cantar del gallo sono volati sganassoni e minacce, accuse e rimbrotti. Con l'inevitabile corollario di delusi e contusi.</div><br /><br /><div>Da quando AN si è fusa con Forza Italia la situazione deve essersi fatta pure più pesante. Raddoppiati gli appetiti ma dimezzate le poltrone.</div><br /><br /><div>Alla fine, dicevamo, quando il sole sorge libero e giocondo sui colli fatali, la lista va consegnata. Rimane giusto il tempo per autografare qualche centinaio di firme post datate e correre all'ufficio elettorale.</div><br /><br /><div>Per le regionali 2010 del Lazio non è difficile immaginare che il risultato di tanti sforzi sia stato assai più vicino ai desiderata degli ex di AN che di Forza Italia. Peccato che il PdL sia più che un partito una monarchia, in cui il Re a farsi fottere non ci pensa proprio.<br /><br />----------------------------------------------------------------------------------------------------------<br /></div><br /><div>Ore 11.45 del giorno x(Meno 15 minuti all'ora y)</div><br /><br /><div><span style="font-weight: bold;">drriiin </span>squilla il telefono di tal Minchioni, lo sventurato rappresentante del PdL, incaricato di consegnare il papello all'ufficio elettorale. </div><br /><div></div><br /><br /><div>Minchioni? Sono Silvioddiotuo, hai presente la lista che hai in mano? ecco, puliscitici il culo e sostituiscila con quella che ora ti detto.</div><br /><br /><br /><div>Sire? è lei ? è la sua celeste voce che odo? ai suoi ordini sua luminosità! mi dica chi inserire e io vergherò quel nome con il sangue! vuole candidare il suo cavallo? come dice? vuole anche lo stalliere? agli ordini! preferisce il pupazzo gnappo e uan in tandem? li consideri già assessori!</div><br /><br /><div></div><br /><br /><div>Così il Minchioni uscì dall'ufficio per apportare i cambi suggeriti, mentre sua emittenza già si sollazzava per aver fregato ancora una volta alleati e nemici. Sta volta Gianfry avrebbe imparato chi comanda. </div><br />---------------------------------------------------------------------------------------------------------<br /><br /><div>...ma per sostituire i fogli e pezzottare le firme Minchioni impiega più tempo del previsto. E poi chi lo dice ai colonnelli romani che i loro pupilli sono stati cassati? Esaudire i desideri del Signoreinterra e garantirsi un posto alla sua destra, oppure evitare una cofana di mazzate e lasciare le cose come concordate con i vertici locali del partito?</div><br /><br /><div>Un quesito la cui risposta è giunta troppo tardi.</div><br /><br /><div>Sul campo rimane un'altra domanda: riuscirà il PD a perdere le elezioni anche senza concorrenti? l'impresa appare titanica ma alla portata della banda Bersani Bonino. </div><br /><div> </div><br /><div> </div><br /><div>Detto altrimenti. </div><br /><div>Le regole stabilite per la presentazione delle liste, sono sistematicamente violate. Se si dovesse realmente procedere a verificare ogni firma nessun partito sarebbe ammesso. O le firme sono pacchianamente fasulle o inserite su fogli bianchi cui all'ultimo istante si appongono i nomi dei candidati. </div><br /><div>Tali regole stanno però bene alla casta politica regnante, perchè la mettono al riparo da impreviste incursioni esterne. Un eventuale lista beppe grillo verrebbe facilmente impallinata, così come impallinati sono finiti i referendum proposti proprio dal comico genovese un paio di anni fa. </div><br /><div>Se si trattasse di economia, e a ben pensarci di economia stiamo parlando, si parlerebbe di barriere all'ingresso. Di ostacoli frapposti al funzionamento libero del mercato. Barriere che questa volta però, grazie alla dabbenaggine di un Minchioni qualsiasi, sono cadute fragorosamente in testa al monopolista del mercato.<br />Sempre che il grafomane...<br /></div>Il Dottor Divagohttp://www.blogger.com/profile/06747126620291453628noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-3714123636113336363.post-91310152833810533582010-03-02T10:42:00.011+01:002010-03-03T11:24:49.722+01:00l'universo la birra e la figa annoiata<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="http://1.bp.blogspot.com/_PPMH5sKW2Fw/S41NSFnVuxI/AAAAAAAABQs/A03PPfR-L2E/s1600-h/bored.jpg"><img style="TEXT-ALIGN: center; MARGIN: 0px auto 10px; WIDTH: 400px; DISPLAY: block; HEIGHT: 226px; CURSOR: pointer" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5444092497700961042" border="0" alt="" src="http://1.bp.blogspot.com/_PPMH5sKW2Fw/S41NSFnVuxI/AAAAAAAABQs/A03PPfR-L2E/s400/bored.jpg" /></a><br /><div><br />All'inizio erano i nerd. All'inizio sono sempre i nerd.<br />Probabilmente l'universo è il passatempo inventato da un gruppo di adolescenti brufolosi. Poi qualche paraculo ha notato le potenzialità commerciali della Creazione e li ha scalzati. Avrà apportato qualche modifica scicchettosa, invitato un po' di figa al party di inaugurazione e tutti hanno dimenticato chi aveva dato principio al principio.</div><br /><div>Le cose sono andate più o meno in maniera analoga per la ruota, i tappi di sughero, il web, la carta moschicida ecc. ecc fino alla Birra Artigianale. L'ultima tentazione nerd, sempre uguali attraverso i millenni: Venti anni, poco grano, zero figa.<br /></div><br /><div>E il vecchio nerd, sempre più spaesato ma ancora stranamente invitato alle celebrazioni del nuovo verbo, si guarda intorno e non capisce. Non capisce l'entusiamso per un business uguale agli altri. Non capisce perchè quando un imprenditore pronuncia la parola passione nessuno metta mano alla fondina, ma soprattutto non capisce cosa ci fa lei.<br /><br /></div>La superfiga annoiata.<br />Il marker del successo sociale.<br />L'immancabile appendice del maschio vincente.<br />Dalla capiroska alla fragola alla baladin. Un passo troppo lungo anche le per sue lunghe gambe.<br /><div></div>Il Dottor Divagohttp://www.blogger.com/profile/06747126620291453628noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3714123636113336363.post-28420876696511820192010-02-24T12:34:00.011+01:002010-02-25T11:49:23.415+01:00La Cina è vicina?<a href="http://2.bp.blogspot.com/_PPMH5sKW2Fw/S4ZQNTewaoI/AAAAAAAABQk/51ZO4oC_lt4/s1600-h/google_cina_censura.jpg"><img style="TEXT-ALIGN: center; MARGIN: 0px auto 10px; WIDTH: 400px; DISPLAY: block; HEIGHT: 294px; CURSOR: hand" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5442125389221620354" border="0" alt="" src="http://2.bp.blogspot.com/_PPMH5sKW2Fw/S4ZQNTewaoI/AAAAAAAABQk/51ZO4oC_lt4/s400/google_cina_censura.jpg" /></a><br /><br />Non so se i giudici che hanno condannato al carcere (teorico) alcuni dirigenti di google italia a causa di un video pubblicato anni fa, relativo a molestie praticate da alcuni adolescenti su un ragazzo down (e prontamente rimosso da google stessa), siano dei semplici idioti oppure gli esecutori materiali di un disegno più ampio che mira allo smantellamento di internet come la conosciamo oggi in Italia.<br /><br />E' come se io scrivessi una bestemmia su un muro e il giudice condannasse per blasfemia il proprietario del muro nonostante questi abbia a proprie spese provveduto alla cancellazione della scritta. Questo il senso della condanna.<br /><br />L'abbattimento definitivo del muro è l'obiettivo implicito della lunga serie di provvedimenti legislativi al vaglio del parlamento: si passa dal filtraggio preventivo, alla registrazione dei siti come editori, fino alla responsabilità civile e penale dei provider per i contenuti inseriti da terzi.<br /><br />In italia la situazione dell'informazione è quella nota a tutti, basta accendere la tv per capire di cosa stiamo parlando. La stampa è messa poco meglio, mentre la rete costituisce l'unica fonte non del tutto inquinata di informazioni per un numero crescente di cittadini. Facile immaginare come per lo psiconano e i suoi numerosi emuli di centrosinistra, la rete generi un fastidio crescente e da eliminare.<br />Si cercano quindi dei pretestuosi pretesti per approvare normative che di fatto ostacolino la libera circolazione di idee e notizie al di fuori dei circuiti editoriali consueti.<br />Una crociata che è destinata a fallire. Perchè il concetto di territorio all'interno di cui vale la sovranità statuaria, in rete non ha senso.<br />A meno che non si voglia trasformare internet in Italia in una intranet. Ovvero chiudere l'accesso ai siti non "autorizzati" sul modello cinese. Se ciò non è tecnicamente irrealizzabile, avrebbe la conseguenza immediata di metterci all'indice dell'unione europea e di tutto il mondo civile.<br />Insomma se non c'è molto da preoccuparsi per la nostra libertà di internauti, c'è da strapparsi, parlo ai fortunati che li hanno ancora, i capelli di fronte alla cricca di cialtroni antidiluviani che ci governano. Torce e forconi per loro.Il Dottor Divagohttp://www.blogger.com/profile/06747126620291453628noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3714123636113336363.post-19161311787134913022010-02-23T10:37:00.010+01:002010-02-23T18:16:34.903+01:00P2 batte Savoia 1 a 0<object height="344" width="425"><param name="movie" value="http://www.youtube.com/v/9OAJfEvZ7x8&hl=it_IT&fs=1&"><param name="allowFullScreen" value="true"><param name="allowscriptaccess" value="always"><embed src="http://www.youtube.com/v/9OAJfEvZ7x8&hl=it_IT&fs=1&" type="application/x-shockwave-flash" allowscriptaccess="always" allowfullscreen="true" height="344" width="425"></embed></object><br /><br /><br /><div>L'aspetto più interessante di Sanremo è che per parlarne non è necessario averlo visto. Anzi è preferibile, per non farsi influenzare nel giudizio, tenersi ben lontani dalla televisione per i cinque giorni in cui si svolge la manifestazione canora.</div><br /><div>Il vincitore, tale Scanu, sembra essere l'ennesimo prodotto di quell'ignobile talent show che risponde al nome di amici. Ovvero l'ultimo figlioccio del duo Costanzo e consorte. </div><br /><div>Per quale motivo la Rai abbia da due anni a questa parte trasformato il proprio festival della canzone nella puntata di maggior ascolto di amici è un mistero troppo facile da svelare. </div><br /><div>Grande polemica per il secondo posto del principe senza cervello, che sembrerebbe in realtà aver addirittura trionfato al televoto. Solo una mano repubblicana e baffuta potè impedire all'erede del re di maggio la corona già al patrio padre negata. </div><br /><div>La terra dei cachi è la terra dei cachi!</div><br /><div> </div><br /><div> </div>Il Dottor Divagohttp://www.blogger.com/profile/06747126620291453628noreply@blogger.com0