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Visualizzazione dei post da febbraio, 2008

il fucile in cantina

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Ogni italiano tiene nella propria cantina un fucile, pronto a usarlo quando sarà il momento della Rivoluzione. Quando Flavio disse questa frase ci credeva davvero, forse un po' meno ci credeva Katrin , la studentessa americana che si stava specializzando sugli anni di piombo in Italia e probabilmente non ci credeva affatto Walter che era il terzo partecipante alla surreale discussione. Ma Flavio quel fucile mentre lo evocava sembrava quasi lo avesse in mano anche se al massimo stava stringendo l'ennesima guinness . Certo gli anni se li portava stanchi come la barba poco curata, ma mai abbastanza dal rendere il 78 l'anno del battesimo del fuoco anzichè di quello tradizionale. Invece del parroco un questore a rovesciarti in testa acqua fredda e schiaffoni . Ma alle cinque di mattina i folletti sono soliti tirare strani scherzi. Quando ogni sbandato ritrova la via di casa Flavio era ancora a bere in un pub che doveva essere chiuso da ore e a fumare, lui che alm

i lunedì al sole

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Ma anche i martedì, i mercoledì ecc ecc. Tra le sensazioni contrastanti dei ricordi del liceo ve ne è uno che rimane indelebile e gratificante. Il sapore di libertà nel prendere la metropolitana anziché per andare a scuola, per bighellonare. Non è un segreto che non sia stato uno studente modello, però delle mie seghe scolastiche sono fiero. L'uomo forse nasce libero ma sicuramente finisce in catene. E non è poi così difficile liberarsene almeno fino a che hai 16 anni. Il senso del dovere è una gran fregatura. Il binario tracciato davanti a te che porta inesorabilmente al cancello di scuola e le cinque ore scandite da campanelle il cui suono è assai poco domenicale. E invece no. il 309 non si ferma necessariamente dove tutti i zaini invicta scendono. Continua la sua corsa fino alla metro e poi fino a dove le cinque ore possono portarti. E a me hanno portato in un sacco di posti, hanno fatto vedere un mucchio di film e consentito di leggere molti più libri di quanti

il ritorno in campo

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Dopo otto mesi di riposo forzato torna in campo. Non è Ronaldo, non è Totti, è Zoom. Come mi mancava la partita della domenica! La forma non è la migliore ma temevo peggio e tutto sommato non sono mai stato una furia. Comunque ho corso, ho sudato, ho tirato in porta e il ginocchio non mi ha fatto male. Ma non avendo fiato ho avuto modo di osservare gli altri E ho visto quello che i giornalisti sportivi di un tempo sapevano e che è vero tanto su un campo di calcetto di periferia quanto al Santiagio Bernabeu. Dimmi come ti comporti in campo e ti dirò chi sei nella vita. E io sono Zoom. Quello che dopo un lungo stop e troppi chili in più non si ferma (quasi) mai, rincorre ogni uomo e lotta su ogni palla. E se vede un compagno libero gliela passa...

la differenza tra Gazza e Best

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Best diceva che in vita sua aveva speso quasi tutti i soldi in alcol, donne e macchine veloci. Il resto lo aveva sprecato. Gascoigne sembra invece finora non abbia sprecato una sterlina. Forza Gazza anche se a un derby mi hai fatto piangere...

Non ho sonno

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Salve. Sono il presidente degli Stati Uniti. O forse lo sono stato qualche anno fa non conta. La mia vita è piena e ricca di soddisfazioni di ogni tipo, sono l'uomo più potente del mondo che diamine! La storia giudicherà il mio operato, ma in cuor mio sono convinto di aver operato per il bene del paese seguendo sempre il volere di Dio. Eppure ho un cruccio. La notte non dormo. Voi forse penserete che ciò è il minimo e che di motivi ne dovrei avere centinaia, ma siete solo degli sporchi antiamericani nemici della libertà e della democrazia. Io la notte non dorme perché un popolo soffre. Sbagliato. Non sono gli iracheni, gli afghani e men che mai i palestinesi. E non si tratta di nessuno di quelli sulla cui capa ho sganciato tonnellate di democrazia. Il popolo che soffre è quello albanese del Kosovo . In verità non ho le idee chiarissime su dove si trovi, immagino vicino la Slavonia e comunque in Europa da qualche parte. Già l'Europa. Sembra che quel vecchio e rincoglionito

quest'uomo è mostruoso

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La prima volta che lo vidi recitare, nonostante all'epoca fosse già un affermato attore, protagonista di decine di pellicole, impersonava un giovane ragazzo di Belfast risucchiato nel girone dantesto della repressione antiterroristica scatenata dall'Inghilterra in seguito ai troubles in Irlanda del Nord. Era in nome del padre di Jim Sheridan, un signor film che narra di eventi tragici con una dolcezza rara e che è oggi più che mai di attualità. E già lì si intuiva che il ragazzo fosse in gamba. Ma quello che mette in piedi in gangs of New York e soprattutto in there will be blood possiede qualcosa di innaturale. L'artista che ha venduto l'anima al diavolo è un topos abusato ma il sospetto che Lewis qualche patto col maligno lo abbia fatto davvero, non me lo toglie nessuno dalla mente. Lo sguardo carico di quell'odio ancestrale e terribile non è possibile apprenderlo in nessuna scuola di recitazione, mentre gli occhi di Daniel Plainview, il cercatore di petrolio, as

l'sms che non ho mai ricevuto

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E che ho cercato per ore nella memoria del mio cellulare. Due anni di vita in massimo 160 caratteri. Di calcio, di amore e guerra, di bugie, di amicizia o di servizio. Ma non lo ho trovato. Perchè di tante persone quello che mi resta è una sequenza di digit trasmessi tramite GSM. E a pensarci, se ben usati, quei 160 caratteri possono essere un'eredità significativa che solo pochi anni fa non c'era. E che rimpiango. Ma io quel messaggio lo aspetto ancora, chissà che un giorno non arrivi.

Pierferdy e il nucleare

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Quando ci si interroga sulla qualità dell classe dirigente italiana mi viene in mente Casini. Ed è tutto dire. Sono diversi mesi che va cianciando di nucleare ogni volta che appare sugli schermi. Personalmente non sono contrario a prescindere all'energia nucleare ma reputo gli aspetti negativi tali da sconsigliare qualsiasi investimento in questo settore semplicemente perchè aniteconomico. Ma torniamo a Pierferdy. Ogni volta che ne ha l'occasione, il bel romagnolo perbenista la sfrutta per spiegarci quanto sarebbe utile al paese costruire nuove centrali e tornare all'energia dell'atomo. Ieri però in studio da Santoro, oltre che i consueti giornalisti caproni c'era uno scienziato. Ed è emerso un fatto insperato. Cioè questo grasso e vecchio premio Nobel ha avuto la facoltà di parlare per 30 secondi del nucleare senza limitarsi a slogan ad effetto. Le cose affermate da Rubbia sono scontate per chiunque abbia perso almeno dieci minuti a documentarsi sulla questione, ma

il ritorno di puzzone

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... e non è berluscoso. la frase che più spesso mi esce dalla bocca in questi cupi tempi è "sto paese è finito". Più mi guardo intorno e maggiore è la mia preoccupazione. Non si salva nulla. L'immagine è quella della carogna di un animale depredata dalle iene. Rutelli sarà il prossimo sindaco di Roma e Berlusca il prossimo premier. Già visto già vissuto. Se per il prescritto non serve sprecare parole per descrivere il disprezzo che solleva la sua sola figura di garante di ogni appetito inconfessabile, il bel ciccio bello è un colpo a sorpresa inferto alla mia gia martoriata coscienza civile. Ai tempi della prima fragorosa elezione nel 93, quelli che la sapevano lunga lo chiamavano "sopra il motorino nulla". Oggi l' honda sh pariolino è sostituito dalle grosse berline tedesche di colore rigorosamente blu, ma il contenuto è rimasto ineffabile come 15 anni fa. Anzi è peggiorato. Se la è fatta tutta la scena politica. Da radicale e verde a diessino a asinello e