nascita di un tiranno


Gli uomini malvagi non esistono. Sono le condizioni a renderli tali e i grandi tiranni della storia posti fuori da un sistema di potere assoluto sarebbero in molti casi niente altro che onesti cittadini. O forse no. Ma non è questo il punto.

Il punto è che quando una persona concentra su di se un potere enorme, si circonda di yes man, trova sempre e comunque il modo di far passare la propria volontà a dispetto di ogni considerazione di segno opposto, anche quando compie la più inumana delle nefandezze ha intorno una pletora di salmodianti lecchini lesti ad incoraggiarla, allora quella persona a prescindere dalla malvagità del proprio animo può diventare un tiranno.


L'unto finisce col credere alla propria propaganda, comincia a pensare realmente che quello che è più utile per lui sia il meglio per gli altri, identifica il proprio interesse con quello generale.

E a coloro che non si adagiano in salamelecchi alla corte del ciambellano tocca il silenzio se non peggio.

Il merito delle azioni del caimano è sotto gli occhi di tutti o meglio è sotto gli occhi tutti coloro che non si fermano alle ricostruzioni addomesticate delle vicende date dai sei telegiornali a servizio permanente del capo. O delle trenta testate giornalistiche direttamente o indirettamente a suo libro paga.


Eppure quello che più colpisce e preoccupa di questa situazione sovietica è l'intolleranza crescente che il caimano manifesta verso le sparute, isolate e sbeffeggiate voci che osano criticarlo. Ha in mano tutta la tv. Controlla quasi tutti i giornali e quelli di cui non è lui l'editore sono diretti da mezzi uomini complici e conniventi.

E' padrone e proprietario dell'intero parlamento ben al di là delle truppe miracolate che ingrossano la sua mangioranza. Non esita ad occupare ogni poltrona con fedelissimi fantocci per i quali l'aggettivo di servi rappresenta un tenue eufemismo.


Ma non gli basta. Anche le più malridotta delle opposizioni è alle sue orecchie insopportabile.

Blatera di antiberlusconismo a ogni piè sospinto. Si lamenta di inesistenti attacchi personali. Piange il vilipendio della sua graziosa persona da parte di uomini animati da odio viscerale e si circonda fisicamente di un esercito di guardiaspalle e gorilla come è solito accadere alle psicolabili star del cinema americano o dai dittatori di ogni latitudine. Perché i nemici della patria, i nemici della sua persona, possono colpire in ogni istante.


Allora contro le sempre meno ascoltate personalità che gli si oppongono scatena campagne di denigrazione personale finalizzate alla riduzione in silenzio che ricordano larvatamente il terrore staliniano degli anni trenta.


Non sarebbero che punture di spillo, non intaccherebbero la sua popolarità, non muoverebbero di un nulla il potere accentrato nelle sue mani. Ma lo stesso non le sopporta e questa volta, in un contesto in cui la sua forza è sganciata da ogni controllo, distrutto la magistratura, esautorato il capo dello stato, lottizzato la corte costituzionale e sorretto da un'opinione pubblica ridotta a caricatura, non farà prigionieri.

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