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Visualizzazione dei post da ottobre, 2009

Bersanetor e il futuro del pd

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Alla fine ha vinto Bersani, come da pronostici, con margine più ampio di quanto si attendesse. Che a essere cattivi significa che ha vinto per l'ennesima volta D'Alema ma a essere onesti bisogna riconoscere che quella di Bersani era la candidatura più solida fra le tre. Marino, il mio preferito. Se mai avessi deciso di votare avrei sostenuto lui. Outsider, proveniente dalla società civile e non legato a nessuna posizione di potere. Per molti versi l'Obama italiano. Laico, liberale, innovativo e innovatore, preparatissimo. Grosso modo come uno spera sia il leader di un partito moderno che vuole sfidare Berlusconi. Nuovo però. Troppo nuovo per un paese immobile come l'unione sovietica di Breznev e soprattuto troppo nuovo per una base elettorale, quella del pd, che in buona parte continua a seguire le indicazioni del "Partito" come fossero i tempi di Breznev. Comunque un risultato eccellente il suo, specie nelle regioni dove il voto di opinione è

Marrazzo oltre lo scandalo

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Per la prima volta dalla sua nascita il partito democratico ha conquistato il palcoscenico politico e mediatico. Ammesso che fra l'arena della politica e quella mediatica esista una differenza e che la prima non sia solo il riflesso noioso della seconda. Tale impresa è stata possibile nel bene e nel male grazie all'ormai ex governatore del lazio, Piero Marrazzo e al neo segretario del partito Pierluigi Bersani. Cominciamo dal primo. Sulla vicenda che ha colpito Marrazzo è stato detto molto. Al di là del gustoso scandalo sessuale qualche considerazione di carattere più generale si impone. Fra i tanti, troppi guasti arrecati da Berlusconi all'intero sistema politico italiano, ve ne è uno poco noto ma che a me appare tra i più gravi: aver Berlusconizzato l'opposizione. Nel centrosinistra si è fatta largo negli anni l'idea che per poter sconfiggere la tracotanza mediatica di Silvio fosse d'obbligo pescare i propri leader tra i volti noti della televisione. Contrappo