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Visualizzazione dei post da settembre, 2010

Senza h. Si scrive senza h

Chissà la tua espressione nel vedere quella h di troppo. Il fastidio mai celato nel vedere storpiato il nome. Quasi pari al mio nel vederlo accompagnato.

io non ho rubato

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Suona tutto. Da un pò di tempo quando Flavio esce da un negozio, un supermercato, un centro commerciale, una libreria, immancabilmente il sistema anti taccheggio comincia a suonare. Quel bip indiscreto e fastidioso che fa scattare commesse e cassieri e richiama in un baleno la sicurezza. Scusi signore potrebbe ripassare dal varco? Certo. E il varco suona di nuovo. Inizialmente Flavio era un filo imbarazzato poi ci ha preso gusto a vedere le varie espressioni dipinte sul volto dei suoi giudici improvvisati. Ha imparato a riconoscere gli sguardi un attimo prima del fatal passo che azionerà l'allarme. Ma guarda quel ragazzo chi lo avrebbe mai detto. Io lo ho notato subito con quella espressione losca. Si vedeva che aveva qualcosa da nascondere. E Flavio qualcosa da nascondere evidentemente la possiede, ma lo nasconde così bene che solo macchine insensibili e infallibili possono vedere il maltolto. Non sanno identificarlo, localizzarlo, ma sanno che Flavio ha rubato. E suonano. Forse s

più per meno meno

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Ieri era il primo giorno di scuola per milioni di studenti me compreso. Dopo qualche anno dalla conclusione di scienze della comicazione , il grande passo verso una facoltà che quando ne pronunci il nome non registri uno scoppio di ilarità. Ora anche la più sfigata dell'università ha il numero chiuso. Più che una barriera in certi casi è un'ambizioso traguardo posto dai rettori, visto che 1200 matricole giurisprudenza a Roma 3 non si sono mai viste. Eppure bisogna superare il test di ingresso. Autentico baubau dei neo diplomati. C'era anche ai tempi miei atto primo. Stramaledetti quiz contestati all'epoca contestati ora. Forse sono diventato più sveglio io, ma più probabilmente la verità è un'altra. Sono diventati più scemi loro. Chi produce i quiz. Sui candidati non mi pronuncio ancora (comuqnue sono più scemi anche loro). Ottanta domande che con un pizzico di impegno anche la Gelmini potrebbe superare. Complessi quesiti matematici: il risultato dell'operazion

Fini e Mentana: destini incrociati

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La prima cosa da dire è che il Tg di Mentana su la7, coperto dai plausi di tutti i commentatori, è in realtà un Tg datato. Mentana straborda, commenta, sottolinea. Un autentico one man show. E incredibilmente quella che era la principale dote di “mitraglia” è svanita. E’ diventato lento! Ciò nonostante conduce il miglior telegiornale oggi su piazza: dà le notizie invece di nasconderle, spiega e approfondisce i fatti laddove la norma è propinarci, a commento di ogni scorreggia di cane, l'arguta opinione di capezzolone piuttosto che franceschiello. Soprattutto concede ospitalità ai banditi del servizio pubblico e privato. L'altro ieri il primo scoop. Ospite in studio, per una decina abbondante di minuti il personaggio dell’estate, nonché presidente della camera Fini. Intervistato senza troppi salamelecchi da Mentana in persona. Fra i due è parsa subito evidente una particolare empatia. Li accomuna la medesima storia recente. Gli stessi errori, gli identici pentimenti, le specula

Sapri 1943: eran 83. Erano giovani, eran vecchi, eran donne, eran bambini e sono morti

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Sapri è un amena località solo in parte turistica. Pur essendo affacciata su di un bel golfo, la pesca occupa una porzione trascurabile della popolazione. Ha un porto perennemente in costruzione, ma di certo non è un attracco commerciale rilevante. Si estendono altipiani e pascoli alle sue spalle, ma non vive di agricoltura e pastorizia. Sapri giace là con i suoi 7 mila abitanti che ogni giorno diventano qualcuno di meno. Deve la relativa celebrità a una modesta poesia risorgimentale, che più di narrare romanza le sfortunate gesta di un patriota napoletano dagli occhi azzurri, Carlo Pisacane. Sconfortato dall'immobilismo che caratterizzava il movimento per l'unità d'Italia in seguito alle sconfitte del '48, decise di intraprendere un'iniziativa solitaria, eroica e disperata. Confidando di scuotere le coscienze sopite, il nostro capitano coi capelli d'oro, si impadronì di un vaporetto che da Genova doveva andare a Tunisi e liberati trecento galeotti dal carcere d