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Visualizzazione dei post da giugno, 2009

Iran: prove di golpe

Volevo scrivere un pezzo sui fatti di questi giorni a Teheran, poi vuoi il caldo vuoi la pigrizia vuoi che ho trovato chi ha scritto in maniera decisamente più chiara gli stessi concetti e allora ho deciso di fare un copia incolla selvaggio da questo blog che consiglio comunque sempre di seguire. Ho sempre amato l'Iran, non so neanch'io perché. E' un Paese che mi piace moltissimo. Per questo ho un viscerale rifiuto nei confronti della versione da sempliciotti che viene fornita sugli eventi di questi giorni. Non sono un'esperta di politica interna di Paesi altrui, però preferisco, a questo punto, la mia personale versione sempliciotta : almeno ha qualche base di informazione in più, rispetto a tutto quello che le nostre TV doverosamente tacciono. Ve ne rendo partecipi, e vi prego di considerarli pensieri in libertà. - L'Iran è una democrazia. Piaccia o no, questo è. Avrà le sue anomalie, come il consiglio di preti che sorveglia tutto, ma in fin dei conti anche n

io sto con Gheddafi

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Che Gheddafi sia tecnicamente un dittatore non ci piove. Come non ci piove sul fatto che la Libia sia l'unico paese africano a non conoscere la piaga della fame, a non avere un debito monstre con il fondo monetario internazionale e vantare invece i parametri che misurano il livello di benessere abbastanza decorosi. In Libia le ingenti ricchezze provenienti dall'estrazione del petrolio e del gas non affluiscono sui conti delle multinazionali europee o americane ma rimangono, almeno in buona parte, a finanziare l'economia locale. E' anche vero che molti di questi introiti foraggiano la famiglia Gheddafi e lo strampalato tenore di vita dei rampolli del colonnello, ma al cospetto dei regnanti arabi il nostro pare un campione di frugalità. Non esiste un solo libico che sia negli ultimi trenta anni emigrato per fame o abbia ingrassato gli sfruttatori del nuovo schiavismo. Nonostante per motivi geografici sia la base di partenza dei barconi di disperati verso le coste itali

tropa de elite

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Non so se bastano due prove per fare un indizio, ma fattostà che due tra i film più interessanti girati negli ultimi ultimi anni sono entrambi sudamericani e si svolgono fra le favelas di Rio de Janeiro: City of god e Tropa de Elite . Forse una coincidenza o forse la prova che la cinematografia sudamericana ha acquistato una sua maturità che le consente di descrivere i contrasti (eufemismo) che animano le difficili realtà urbane locali con un originalità prima sconosciuta. Se la città di Dio descrive la violenza e la vita di tutti i giorni di una delle favelas più disgraziate di Rio, dal punto di vista di un adolescente che, pur appartenendo a quel mondo ne è solo spettatore, anzi fotografo, Tropa de elite vi si accosta da tutt'altra direzione. Che senza girarci intorno definirei di estrema destra. La polizia è incapace e corrotta, solo il Bope , super unità di super uomini con la licenza di uccidere, può entrare nelle favelas e uscirne vittorioso senza venire corrotto. Perchè il