requiem for radiorock?


La scorsa settimana è morto Paolo Mazzullo, nome che a molti non dirà nulla, ma per chi segue l'etere romano significava Radiorock. L'unica superstite fra le radio libere, fondata nel 1985 e ancora viva oggi. Capace di fare numeri in termini di ascolti che molti network nazionali si sognano.

Io la cominciai ad ascoltare nel 1998, quando non avevo ancora vent anni e di musica ne ascoltavo poca e capivo zero. L'inizio di carriera da ascoltatore coincise con il "golpe di Mazzullo", ma all'epoca non mi accorsi di nulla o quasi.

Mazzullo, che era uno dei fondatori, sembra fece fuori larga parte dei soci, trasformando la radio da cooperativa di amici rockettari e incazzati, nella sua creatura. Ancora oggi, dodici anni dopo, esiste una webradio che rivendica il titolo di radiorock the original sul cui sito viene ricostruita con molta faziosità e malanimo la vicenda.


Per me la scoperta di quella radio (e quella musica) fu una folgorazione. Ricordo che la mia ragazza diceva, e come darle torto, che radiorock la riconoscevi subito: per i dj dal forte accento romano e ignoranti delle regole base del linguaggio radiofonico, per i silenzi troppo lunghi e l'italiano rabbrecciato.

Ma soprattutto la riconoscevi per la musica.

Con il tempo a quelle voci, così diverse dal resto del panorama radiofonico, finii con l'affezzionarmici e diventargli riconoscente. Perché mi aprirono un mondo. Il mondo della musica Rock.

Vuoi per le serate live, all'inizio semi deserte e poi capaci di riempire all'inverosimile le più grandi discoteche romane. Vuoi per il carattere leggero e cazzone che la radio, ripulita dagli integralisti del rock militante, aveva assunto. Vuoi per tanti motivi che è difficile individuare, all'inizio degli anni 2000 arrise alla radio un successo inaspettato. Vi si avvicinò un pubblico assai più esteso di quello duro e puro tradizionale che la seguiva da sempre. Potendo scegliere fra i dream theater e laura pausini accadde incredibilmente che il pubblico, almeno una parte significativa, optasse per i dream.

Inevitabile a partire da una data fluttuante fra il 2004 e il 2007 il lento declino. L'anima originaria sempre più smarrita. Le playlist degne di RDS. L'allontanamento progressivo e la sostituzione raramente all'altezza di quasi tutti i i dj. Da un giorno all'altro senza mai dare spiegazioni. Che per una radio in cui il contatto con il pubblico è essenziale, significa allontanare ogni volta parte dei vecchi ascoltatori.
Probabilmente alla base la scelta (che all'inizio aveva pagato) di allargare i paletti del proprio pubblico con la conseguente scomparsa dei generi musicali ritenuti meno popolari o di facile ascolto: hard rock, metal, gli emergenti. Ma anche il jazz il blues e l'elettronica (vabbè a me l'elettronica ha sempre fatto cagare).

Da anni la ascolto sempre meno, preferendole altro. E anche la notizia della scomparsa di Mazzullo mi ha raggiunto solo diversi giorni dopo.
Negli anni gli è stato detto di tutto. Ricorrenti le accuse di fascismo (e fondatore della nera radio alternativa nei '70, verità o leggenda non è dato sapere), a qualunquista ancora più di Grillo, fino all'essere l'ultimo comunista.
A me ha sempre ricordato per Pannella. Fondatore e divoratore del Partito Radicale ma soprattutto, e credo che a questo il vecchio radicale più di ogni altra cosa sia attaccato, padrone incontrastato di radio radicale.


Si dice che Mazzullo avesse un pessimo carattere, fosse uno sfruttatore, di sicuro non amava il dissenso interno. Oggi scorrendo il palinsesto della radio a colpirmi sono i nomi che mancano all'appello: Valentina Torresi, Elisa Gusberti, Claudia McDowell, Moonchild, Faber Cucchetti, Marco Terragni e scopro ora la mia preferita, forse l'unica capace di abbinare l'ottima musica a una conduzione simpatica e professionale, Jelena Milic.
Tutti, sembra di capire, allontanati per incomprensioni con il capo.
Della vecchia guardia sono rimasti solo prince faster , Emilio Pappagallo e Fabio Giannotti, chissà perchè non epurati dal Krono di casalbertone.


Un giudizio sull'ateo e sbattezzato Mazzullo forse non potrà darlo neanche il signore. Di sicuro lui se ne lamenterebbe non riconoscendogli alcuna autorità, sbraiterebbe minacciando querele e ritorsioni.
Però se fra tanti evidenti difetti, Radiorock è l'unica radio libera ad aver toccato i 25 anni di vita, qualche merito tocca riconoscerglielo. Nonostante i suoi sermoni insopportabili e sconclusionati, le bestemmie non sempre trattenute, le mille battaglie strampalate e quell'odore di alcol che passava attraverso le onde dei 106.6 FM.








Commenti

Omar ha detto…
In effetti Mazzullo e' stato un personaggio controverso su cui, adesso, riesce difficile commentare in modo sereno e distaccato.

A me piace ricordarlo cosi'. 31 Dicembre del 2006. Mentre tutta Roma e' in festa per il capodanno, Mazzullo e' solo ai microfoni di Radiorock a pontificare come un Savonarola da osteria. Io e il qui presente blogger siamo in macchina a scolarci un tot di birre in attesa che la festa alla quale ci eravamo imbucati entri nel vivo. Mandiamo un sms alla diretta di Radiorock il cui contenuto recitava piu' o meno cosi': "Bella Paolo, mentre Prodi si mangia lo zampone, anche quest'anno noi italiani lo zampone lo abbiamo preso nel culo". Mazzullo lo legge, accenna una risata e si compiace soddisfatto.

Che la terra gli sia leggera.
sp ha detto…
Non ero al corrente della virtuale dipartita di tutti quei dj che conosco persino io. Radiorock e' l'unica radio insieme a Radio Tre, che io abbia mai seguito. Probabilmente quando era gia' per i meno duri e puri, ma almeno aveva tutti quelli che nomini (ma Faber era quello del Tao? Lui lo trovavo insopportabile).
sp ha detto…
argh, manca una virgola. spero mi perdonerai. e non mi sfotterai...
tua,
H.
Il Dottor Divago ha detto…
se non ricordo male la mezz'ora (o era un quarto d'ora?) tao era appannaggio di margus. Grazie a Dio terminò causa crollo degli ascolti.
Hermione per questa volta sei perdonata, anche se queste frequenti dimenticanze non ti fanno onore :P
Unknown ha detto…
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Unknown ha detto…
Unica Radio libera?! Beh direi di no, su tutte c'è Radio Città Aperta, in cui tra l'altro approdarono alcuni dei "vecchi" dj della RadioRock che fu (e il cui direttore artistico credo sia Prince Faster). Comunque Terragni conduce ancora ogni tanto.
saluti,
Valentina ha detto…
Un saluto al dottor Zivago ;)
Valentina Torresi

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