Istinti di base dopo tanti anni


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Era l’autunno del 1992 quando uscì con grande scandalo Basic Instinct. Avevo quattordici anni, anzi ad essere onesto ne avevo tredici e il limite di età per entrare in sala era quattordici, ma con sprezzo del pericolo e grave attentato alla legalità, che quell'anno andava molto di moda, andai lo stesso al cinema e la feci pure franca. Non si parlava di altro all'epoca: la scosciata senza slip della Stone contendeva lo scettro di notizia dell’anno all'avviso di garanzia a Craxi.
A me però la celebre scena non colpì affatto, non si vedeva nulla. E, cosa ancor più grave, chi fosse l’assassino non mi si chiarì mai del tutto. Direi che data la mia ingenuità sessuale, capii molto poco del film in assoluto.
Lo ho rivisto ieri con occhio sicuramente più smaliziato e con una certa soddisfazione devo dire che il mio senso estetico era già sufficientemente sviluppato a tredici anni. Il film è proprio brutto, confuso, lento. Le scene di sesso sono decisamente spinte e immagino all'epoca lo sembrassero ancora di più. Sharon Stone era bellissima e aveva all'epoca trentatré anni, non venti. Il film senza la sua sensualità non sarebbe proprio stato in piedi, mentre Michael Douglas può fare un solo ruolo: Quello.
Due parole le merita il regista Paul Verhoeven, che è probabilmente il regista olandese più famoso di sempre e con Basic Instinct raggiunse incassi epocali. Non avrebbe mai più toccato quelle vette di successo. Probabilmente le cose migliori le ha fatte nel genere fantascientifico distopico. Il primo Robocop, atto di forza e soprattutto Starship Troopers, che sono film originali e intelligenti, nel loro genere delle pietre miliari. Peccato che l’ultimo dei tre, dove in maniera un po’ naif viene proposto un paragone fra l’estetica nazista e il salutismo californiano dei primi anni 2000, sia risultato decisamente indigesto al pubblico americano, che ne decretò il tonfo commerciale. L’aspetto curioso però è un altro, ovvero che il nostro regista, con buona sorpresa immagino del mio amico Luke, abbia conseguito un dottorato in fisica e matematica presso l’università di Leiden. Non proprio un percorso usuale per un regista.

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