Once upon a time Tarantino




La mia teoria, che prevede pochissime eccezioni, praticamente un paio, è che chi lavora nell'ambito creativo, ovvero scrittori, registi, musicisti, artisti in generale, è che se  avrà qualcosa di interessante da dire, lo dirà nei primi anni della carriera, per poi  continuarlo a ripetere fino a quando avrà stancato pure  l'ultimo dei suoi seguaci.
Motivo per cui difficilmente leggo più di un libro dello stesso autore.
Tarantino è per me il più importante regista vivente. Mi devo sforzare un sacco per trovare qualcun altro che mi abbia influenzato così tanto, e mi vengono in mente solo i fratelli Coen. Ma non veramente così tanto quanto Quentin.
Però neanche lui fa eccezione alla teoria di cui sopra. Tarantino ha detto tutto quello che aveva da dire con Kill Bill. E sono certo lui sia il primo a saperlo. Tutti i film girati dopo, con la parziale eccezione di Django, sono divertissment, giocattolini o giocattoloni, dove il nostro si è divertito a ripetere concetti già espressi in passato. Una via di mezzo fra ossessioni, citazioni e autocitazioni.
il suo ultimo film ci dice tantissimo di ciò che Tarantino ama e che  non ha mai fatto mistero di amare: il cinema di Hong Kong, gli spaghetti western, la musica anni sessanta, i piedi delle donne.
Ci parla di personaggi di mezza età che perdono colpi e devono fare  i conti con il declino. Ci ripete infine di cosa sia per  lui il cinema, il doppio ipotetico della realtà, dove i sogni si concretizzano: Hitler viene ucciso in uno spettacolare attentato (proprio in un cinema) e Sharon Tate si salva dagli assassini di Charlie Manson.
Insomma tutte cose già viste, dette e stradette.
 A questo giro la trama diventa quasi trasparente, prossima all'inesistenza. Neanche più un pretesto per griare scene (ma che scene!) slegate l'una dall'altra.
Come in tutti i suoi film, perfino nei meno ambiziosi, ci sono almeno un paio di dialoghi clamorosi, che valgono da soli il costo del biglietto. Ci sono degli attori affermati, in questo caso tanti attori molto affermati, che fanno parti per le quali saranno ricordati, anche se  hanno già vinto oscar e sbancato botteghini per anni. E altri attori iconici che accettano di fare un cammeo pur di essere  in un film di Tarantino.
Leggo che per alcuni critici che sanno il fatto loro, Tarantino è un bambino viziato che ci tormenta con le sue fissazioni da adolescente mal cresciuto. Definizione che Quentin sottoscriverebbe virgole comprese.

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